Tiny House, bando allo spazio superfluo
Tiny House, ovvero come vivere in una manciata di metri quadri che all’occorrenza ci si può portare dietro senza rinunciare a tanti comfort.
Detta così, in effetti, sembra l’uovo di Colombo. E per certi versi lo è perché le tiny house negli ultimi anni si stanno ritagliando spazi sempre più ampi. A dispetto del concetto stesso di “piccola casa”!
Sebbene sulla normativa per le Tiny House l’Italia abbia ancora qualcosa da sistemare, anche nel nostro Paese l’interesse verso questo nuovo modo di abitare si sta allargando a macchia d’olio.
Per vivere in una tiny house c’è bisogno, intanto, di un enorme spirito di adattamento, della forte volontà di abbandonare gli schemi tradizionali che vedono come standard immobili decisamente più ampi e spaziosi.
Il concetto di tiny house nasce proprio dall’esigenza che pian piano si è manifestata, da parte soprattutto di giovani con un grado di istruzione medio-alto e un tenore di vita buono, di dedicare meno tempo alla cura di spazi troppo grandi per concentrarsi sulle relazioni sociali e sullo svago oltre il lavoro.
Inoltre, il movimento delle tiny house si fonda su criteri di ecostenibilità e basso impatto ambientale. Il manifesto dello stile di vita “tiny”, potete trovarlo qui.
Cos’è una tiny house
Per “Tiny house” si definiscono quelle abitazioni, con tutti i comfort, che non superano i 37mq di spazio complessivo. Ma le tiny house possono avere caratteristiche molto differenti le une dalle altre perché si va da quelle pensate per rimanere esattamente dove sono state costruite fino a quelle che possono essere spostate con facilità, magari agganciandole al classico gancio da rimorchio dell’auto.
A dimostrazione dell’interesse in crescita verso il mondo delle tiny house, famosi architetti si sono cimentati nella progettazione di queste strane strutture abitative. Tra i primi, Renzo Piano che già nel 2013 pubblicava la sua “Diogene”, una tiny house di 2,4 metri per 3. Non si trattava di un prodotto finito, ma di un apparato sperimentale volto a testare le potenzialità della casa minima. Da allora, l’evoluzione progettuale e tecnica nella realizzazione delle tiny house, ha fatto passi di gigante.
I vantaggi delle piccole case
Vivere “tiny” porta con sé diversi vantaggi come il concetto di semplificazione. Un po’ come quando da piccoli ci si costruiva un rifugio improvvisato tra i cuscini del divano o sotto una scrivania e quello spazio bastava perché ogni angolo aveva la propria funzione. Così nelle tiny house, tutto è pensato per essere pratico e funzionale, lasciando fuori gli spazi “inutili”.
Come detto, poi, vivere tiny si fonda sul concetto di ecosostenibilità. Ne fanno parte, ovviamente, i sistemi di approviggionamento energetico attraverso i quali raggiungere l’autosufficienza. Il solare, il mini eolico e i sistemi di raccolta e depurazione dell’acqua, permettono alle tiny house di non avere connessioni fisiche con le reti e quindi è facile capire come possano essere costruite in zone non servite da urbanizzazione primaria o possano essere portate in giro.
Il legno, essenza delle tiny house
Ecosostenibilità e comfort fanno rima con legno. Inoltre, l’estrema flessibilità nelle possibilità di utilizzo di questo materiale, lo rendono ideale per tutte le applicazioni nelle tiny house. Dalla realizzazione delle strutture interne come l’immancabile soppalco, fino al rivestimento delle pareti che garantisce l’isolamento termico, oltre, naturalmente, alla pavimentazione.
Il parquet e i rivestimenti possono quindi essere trattati con tutti i prodotti Renner. Dalle vernici all’acqua professionali per esterno e per interno, alle vernici e ai prodotti per la cura del parquet della gamma Solid. Senza dimenticare, però, la sicurezza e la protezione che può essere affidata ai prodotti Firewall, vernici ignifughe e intumescenti.
I costi delle tiny house
Piccola casa, piccolo prezzo: l’equazione è semplice. Anche se non quanto ci si aspetterebbe. Certo, bisogna adattarsi e saper rinunciare ai grandi spazi, ma possono bastare anche 10mila euro per una tiny house. In media, se ne spendono circa 20/25mila, per un costo al metroquadro di circa 750 euro, chiavi in mano. L’esigenza di soluzioni tecniche all’avanguardia e la scelta di materiali capaci di resistere anche a sollecitazioni insolite come quelle derivanti dal portare in giro per le strade una casa, costringono a soluzioni progettuali specifiche.