Restaurare un parquet antico
Il ripristino di un pavimento in legno d’epoca richiede una grande sapienza e conoscenza dei materiali, un’attenzione ai dettagli e una sensibilità particolare. Ogni operazione per restaurare un parquet antico è infatti differente dall’altra. Occorre capire esattamente come, dove e quanto intervenire, salvaguardando quanto più possibile il legno originale.
Anche se, appunto, ciascun restauro di questo tipo è storia a sé, vediamo quali sono i passaggi fondamentali.
Indice
La fase preliminare di studio per restaurare un parquet antico
Prima di qualsiasi tipo di intervento materiale, è necessario andare ad approfondire nel dettaglio caratteristiche e condizioni del pavimento. Questo significa capire l’essenza usata, la tecnica di posatura, i particolari estetici, lo spessore del legno, l’eventuale assenza di elementi e/o la presenza di zone tarlate. Vanno poi mappate tutte le imperfezioni, cercando di ricostruire, per quanto possibile, anche le cause dell’usura e dei danni: umidità, presenza di infiltrazioni, impatto di mobili o altri pesi.
Essenziale, poi, saggiare lo stato del massetto e, se presenti, dei magatelli.
Lo scopo del restauro è rendere il pavimento stabile, eliminando le tavole sollevate o danneggiate da insetti, funghi o umidità, fissando e aggiustando le tavole rovinate, sostituendo gli intarsi mancanti o stuccando piccole fessure.
La rimozione della vecchia finitura
Nel caso di finitura a olio, questa sarà stata ormai assorbita dal legno.
Per quanto riguarda la cera, si procede con la decerazione, cioè la rimozione della cera per mezzo di appositi prodotti.
Con la vernice le cose sono un po’ più complesse, e si può procedere in due modi, in base allo spessore del legno ancora disponibile:
- sverniciatura: si usa quando i pavimenti hanno subito, in passato, levigature molto profonde, che hanno assottigliato lo strato di legno nobile (o tarsia).
Di norma, il legno pregiato ha un’altezza che varia dai 3 ai 5 mm. Le levigature potrebbero aver assottigliato troppo questo strato e dunque levigarlo ulteriormente comporterebbe il danneggiarlo irrimediabilmente. Per questo si pratica una sverniciatura chimica per mezzo di solventi; - levigatura: è più semplice ed efficace ma, appunto, si può fare solo se lo strato nobile è ancora di uno spessore accettabile. Quest’intervento permette di livellare la superficie e rimuovere completamente la vecchia verniciatura.
Il tocco finale
Se durante il restauro sono stati sostituiti listelli e listoni, occorre intervenire su questi per “tonalizzarli” e portarli alla medesima tinta del resto del pavimento. Dopodiché si passa alla finitura. Questa può essere fatta a olio o a vernice. Farsi consigliare dal parquettista è fondamentale: solo lui è in grado di capire quale scelta fare e che strada seguire.
Se si opta per una finitura a vernice i prodotti della gamma Solid di Renner Italia offrono diverse possibilità, tutte estremamente resistenti all’usura, elastiche e a ridottissimo contenuto di solventi, oltre che con filtri UV che preservano il legno dai cambiamenti cromatici dovuti all’esposizione ai raggi solari.
Si può scegliere in base all’effetto più o meno opaco o brillante che si desidera. Si va da SolidZero, la più opaca, a SolidCrystal (50 gloss), che è quella più lucida. Tra le due, ci sono due finiture intermedie: SolidNature (5 gloss) e SolidClassic (20 gloss).
Per quanto concerne gli oli, Solid ne propone tre, anche questi a ridottissimo contenuto di solventi e con speciali filtri UV: SolidOil è indicato per tutti i tipi di legno ed è a effetto opaco. Per una bassa opacità, ecco invece SolidOilNature, pensato per i legni chiari. SolidOilLux, infine, conferisce al parquet un effetto brillante.