Quando intorno al Pantheon di Roma c’era un parquet
Il Pantheon di Roma è oggetto di molte leggende, ma c’è un fatto che corrisponde a realtà storica, anche se sembra incredibile. Per tutta la prima metà del ‘900, infatti, la piazza che sta davanti a quella che è una delle meraviglie della città era pavimentata a parquet!
- Cos’è il Pantheon di Roma?
- Quando fuori dal Pantheon c’era il parquet
- Il parquet del Pantheon venne rimosso perché pericoloso
Cos’è il Pantheon di Roma?
Situato nel rione Pigna, nel pieno centro storico di Roma, il Pantheon è uno dei migliori esempi di architettura romana. Nella sua prima versione, fu fatto edificare nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, politico, militare e architetto, nonché genero dell’imperatore Augusto. Agrippa lo dedicò alla dea Cibele e a tutte le divinità passate, presenti e future.
Nell’anno 80 d.C. un incendio distrusse il tempio. Dopo un restauro, andò nuovamente in fiamme nel 110 a causa di un fulmine. Fu l’imperatore Adriano a farlo ricostruire nella forma che conosciamo ancora oggi, con la grande cupola in calcestruzzo, meraviglia dell’architettura di tutti i tempi. Con un diametro di oltre 43 metri e un peso di più di 5000 tonnellate, servì per secoli da modello per chiese, moschee e palazzi, ed è tuttora la più grande del mondo nel suo genere.
La cupola è caratterizzata da un’apertura circolare (detta oculo), che permette alla luce di entrare e illuminare l’interno. Attorno all’oculo sono nate, nei secoli, diverse leggende. Si dice che sia stato creato dal diavolo in fuga, che fosse un tempio solare (il sole, il 21 aprile, passa dal foro ed effettivamente colpisce il portale d’accesso), e che in passato non entrasse la pioggia (falso).
All’inizio del 600, il Pantheon fu convertito in basilica cristiana.
Quando fuori dal Pantheon c’era il parquet
Nei primi del ‘900, la piazza al di fuori del Pantheon aveva un selciato, che ricopriva l’originale pavimentazione in travertino dell’epoca di Adriano (questa fu rinvenuta nel 1995 grazie ad alcuni scavi). Essendo una zona molto trafficata, il rumore dei mezzi era molto fastidioso. La soluzione per attutire il rumore era spargere spesso abbondante segatura. A livello estetico era un disastro.
Per questo, con l’idea di celebrare il legame tra l’Italia e l’Argentina, e per preservare dal baccano le tombe dei re d’Italia Vittorio Emanuele II e Umberto I, conservate proprio nel Pantheon, il Municipio di Buenos Aires regalò alla città una nuova pavimentazione: dei sampietrini in legno. Questi avrebbero permesso di eliminare gran parte del frastuono causato dal traffico.
Nel 1905, dunque, davanti al Pantheon fu installato un vero e proprio parquet. Composto da circa 500.000 elementi, fu posato dagli operai argentini, che per decenni si occuparono anche della manutenzione.
E il motivo per cui oggi quel parquet non c’è più sta proprio lì, nella manutenzione. All’epoca, infatti, per preservare il legno dalle intemperie non c’erano i prodotti ad alta tecnologia che abbiamo oggi, né erano in uso le essenze esotiche resistenti a pioggia e umidità come il teak, il wengé, l’ipe o l’iroko.
Ora per la finitura del decking (cioè il parquet da esterno) si impiegano oli a base acquosa, come SoliDeck, della gamma Solid di Renner Italia. Questo rende il legno idrorepellente e molto resistente al calpestio, ma non scivoloso!
Il parquet del Pantheon venne rimosso perché pericoloso
All’epoca dei sampietrini in legno, il parquet antistante al Pantheon veniva periodicamente cosparso di grasso. Questo era sì efficace per proteggere la pavimentazione, ma provocava molti indesiderabili scivoloni a chi passava di lì. Gli incidenti erano frequentissimi.
Per questo motivo, nel 1950, viste le molte lamentele dei cittadini, l’amministrazione decise di rimuovere il legno donato dagli argentini e di installare poi i sampietrini classici che vediamo ancora oggi.
Ci fosse stato SoliDeck, all’epoca, forse non ci sarebbe stato bisogno di smantellare tutto, e avremmo ancora un affascinante parquet fuori dal Pantheon.