Parquet spazzolato, sabbiato, piallato, prelevigato…
La lavorazione della superficie del parquet è un processo che tratta le tavole di legno — a mano o con appositi macchinari — per modificare l’aspetto estetico e tattile della parte nobile della plancia. Si può ottenere un parquet spazzolato, sabbiato, piallato, prelevigato…
Le alternative sono molte e spesso si possono trovare lavorazioni miste, combinate tra di loro. Talvolta i produttori assegnano nomi particolari ad alcune di queste soluzioni. Proviamo quindi a vedere le principali, come sono realizzate e che caratteristiche hanno.
Il parquet spazzolato
È un effetto che si ottiene utilizzando spazzole rotatorie, plastiche o metalliche, sulla superficie del legno. Questo procedimento toglie solo la parte più tenera mettendo in evidenza quella fibrosa. La spazzolatura può essere superficiale o profonda, parallela o tangenziale, ed è ideale per chi ama le venature del legno, l’effetto naturale, materico e rustico, ruvido al tatto.
L’essenza più nota, nel caso del parquet spazzolato, è sicuramente il rovere, ma si possono usare anche altri tipi di legno, come il larice, l’ulivo e il wengé.
Negli ambienti in stile rustico, generalmente lo spazzolato si presta di più a una finitura a olio, che mantiene l’aspetto naturale del legno e ne protegge le fibre entrando in profondità. In questo caso consigliamo SolidOil e — per legni chiari — SolidOilNature, entrambi della gamma Solid di Renner Italia, seguendo poi tutte le indicazioni per la corretta manutenzione e pulizia.
Per stanze più moderne ci si può invece orientare su una finitura in vernice all’acqua. La scelta varia in base al tipo di luminosità e riflessi: dall’effetto naturale di SolidZero a — salendo nella scala dei gloss — SolidNature, SolidClassic e SolidCrystal.
Per la pulizia sono raccomandati prodotti specifici per il legno, come SolidClean.
Nonostante spesso si creda che le venature del legno accumulino sporcizia, il parquet spazzolato è molto semplice da pulire. Oltre a questo, gli eventuali graffi saranno meno evidenti e, scegliendo una tonalità media, anche la polvere si noterà meno.
Il parquet sabbiato
L’effetto sabbiato si ottiene “sparando” sul legno aria e sabbia, appunto. In questo modo vengono eliminate le fibre più tenere, arrivando in profondità e lasciando risaltare, molto in rilievo (e in misura maggiore rispetto allo spazzolato) quelle più dure.
Il parquet ottenuto con questa tecnica avrà un aspetto antico e vissuto, dal forte carattere.
Per la finitura e la manutenzione, gli accorgimenti saranno i medesimi di quelli dello spazzolato.
Il parquet prelevigato
È quello che ha già subito una prima levigatura in fabbrica. Ha le stesse caratteristiche costruttive del prefinito, ma senza lo strato di finitura, che si può adattare al gusto del cliente e deve realizzato da un professionista.
La posa di questo tipo di pavimento è rapida, e nei giorni successivi alla posa sarà possibile scegliere la finitura (vernice, olio).
Se deteriorata, la superficie è facile da ripristinare tramite levigatura o spazzolatura, applicando poi una nuova finitura.
Anche in questo caso si può scegliere tra i prodotti della gamma Solid: ci sono oli, cere e vernici adatte a diversi tipi di pavimento in legno. Sono prodotti di qualità che rispettano i materiali, la salute delle persone e l’ambiente.
Il parquet segato
Detto anche parquet “piano sega”. È un effetto che si ottiene trattando le tavole con una sega a nastro, così da rigarle, di solito perpendicolarmente alle fibre.
Il risultato è una rustica texture materica che richiama i tagli irregolari che venivano lasciati dalle vecchie seghe dei falegnami.
Ha una superficie che si adatta bene sia agli ambienti di design più moderni che alle case più rustiche.
Il parquet piallato
La piallatura, al giorno d’oggi, viene quasi sempre fatta a macchina, ma ci sono ancora produttori che propongono parquet piallati a mano. Il costo, in quest’ultimo caso, è ovviamente più alto, ma il risultato sarà unico, artigianale e rustico. Nessuna macchina, infatti, è in grado di ottenere effetti differenti e “casuali” come quelli del fatto a mano.
La piallatura meccanica può essere data sia in senso longitudinale che perpendicolare alla fibra. Le tavole saranno diverse le une dalle altre, caratterizzate da ondulazioni, avvallamenti e scabrosità.
Il parquet anticato
Qua occorre una premessa: il legno antico è una cosa, quello anticato un’altra.
Quest’effetto si ottiene lavorando le tavole sia a livello meccanico che chimico, intervenendo sulla superficie con rulli dalle sporgenze irregolari e applicando trattamenti che danno al colore un aspetto vissuto e logorato dal tempo.
Il più richiesto è il rovere anticato, dalle tonalità calde, che si presta ad ambienti eleganti con un tocco rétro.
Il parquet bisellato
La bisellatura consiste nello smussare, più o meno in profondità, lo spigolo vivo della tavola. È un taglio obliquo, con un angolo di 45° o 60°, che crea una sorta di effetto cornice. Di solito questa tecnica si usa su formati di tavole medie o grandi.
Può essere realizzata a macchina o a mano da falegnami. Quest’ultima tende a essere più irregolare e dunque unica.
La bisellatura può essere eseguita su due o su quattro lati, dipende dal produttore. Se sui quattro lati, le singole plance saranno spiccheranno in maniera evidente.
La manutenzione è quella ordinaria: aspirapolvere e un panno o straccio leggermente bagnato.