Parquet intarsiato: che essenze si usano?
Simbolo di lusso e ricchezza, e frutto di lunghe lavorazioni e grande sapienza artigiana, il parquet intarsiato è indubbiamente un’opera d’arte. Che si tratti di antichi esemplari, che ritroviamo nei più bei palazzi della nobiltà e dell’alta borghesia, o di moderni esempi dalle geometrie insolite e frutto del taglio laser, le tarsie continuano a sorprendere generazioni di amanti della bellezza e delle cose fatte bene e con cura.
Ma che legni si usano per ottenere quegli splendidi motivi di diversi colori? Proviamo a scoprirlo.
Indice
Breve storia dell’intarsio
Nel termine stesso intarsio si può rintracciare l’origine di quest’arte antichissima, che consiste nel creare figure ornamentali su una superficie piana utilizzando elementi diversi appositamente sagomati.
Tarsia deriva infatti dall’arabo tarṣī῾, che significa “incrostazione” e “commettitura” e descrive dunque il far combaciare pezzi di forme e colori differenti. Generalmente l’origine di questa tecnica si fa risalire all’Asia minore del III secolo a.C., anche se già in epoche precedenti — come l’Antico Egitto — ne troviamo esemplari.
L’intarsio si può ottenere con molti materiali: tra i reperti della Prima dinastia egizia sono giunti a noi, ad esempio, cofanetti in legno e avorio.
In epoca romana la tarsia era molto diffusa per mobili, arredi e oggetti, e tra il VI e il VII secolo diventò un’arte che si tramandava soprattutto nei monasteri benedettini.
Nel Medioevo i frati certosini inventarono la tecnica che da loro prende il nome: quella certosina, appunto. Consisteva nell’intagliare delle nicchie nel legno massello, riempiendole poi con elementi differenti tra loro, semplicemente incastrati (quando la precisione era perfetta) o incollati. Oltre al legno, potevano usare madreperla, osso, corno, avorio e metalli più o meno preziosi.
Tra il ‘400 e il ‘500 l’Italia fu all’avanguardia nel settore, contribuendo a diffondere l’intarsio nel resto dell’Europa.
Dopo un periodo di decadenza, quest’arte tornò di gran moda nel ‘600 e restò tale fino ai primi del ‘900.
Il parquet intarsiato
Dai mobili, gli arredi, i soffitti e le pareti, l’intarsio arrivò ai pavimenti attorno al XV secolo, in Europa. Il parquet intarsiato si diffuse in Italia e in Francia, raggiungendo livelli di qualità altissimi nel ‘700.
All’inizio questa tecnica veniva adoperata su pavimenti in legno già presenti, incollando gli elementi direttamente sulle tavole. In seguito fu il momento dei pannelli decorati.
Oggi le moderne tecnologie hanno di molto velocizzato e facilitato la realizzazione di queste opere. Per il taglio si usa il laser, che garantisce una precisione assoluta. Grazie ai software di progettazione, inoltre, si possono creare pattern e composizioni di ogni tipo.
Essenze diverse danno colori diversi
Per ottenere le varie tonalità si possono impiegare molto tipi di legno. Vediamo quali, in base all’effetto cromatico:
- bianco: i legni chiari come il pioppo, l’abete, l’acero e la betulla;
- giallo: l’ulivo, il frassino ed essenze esotiche come l’iroko e il cumaru;
- rosa: faggio, mogano;
- rosso chiaro: cabreuva, bilinga, doussié;
- rosso scuro: ciliegio, larice, padouk, robinia;
- marrone chiaro: castagno, rovere, noce, afrormosia, olmo;
- marrone scuro: rovere, noce, sucupira,
- viola: palissandro, amaranto e merbau;
- nero: ebano e wengé.
La manutenzione del parquet intarsiato
Vista la sua complessità e l’uso di diverse essenze, il parquet intarsiato è da considerarsi, come già detto, come una vera e propria opera d’arte. Per questo è molto delicato ed è assolutamente sconsigliato per ambienti ad altissimo calpestio (come è il caso degli spazi pubblici) e in stanze in cui c’è molta umidità o può rovinarsi rapidamente (ad esempio il bagno e la cucina).
Per quanto riguarda le finiture, si può optare sia per le vernici che per gli oli. Nella gamma Solid di Renner Italia troviamo diversi prodotti di altissimo livello per entrambe le soluzioni, ma è il caso di farsi consigliare da esperti.
Per la pulizia, ci si deve affidare a detergenti neutri specifici, come SolidClean, un prodotto a base acquosa che non rovina il legno e si prende cura di ogni tipo di parquet.