Parquet e raffrescamento a pavimento: si può fare?

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Sembra ormai che ogni estate sia destinata a infrangere tutti i precedenti record in fatto di temperature. Per questo sempre più persone decidono di investire in sistemi di raffreddamento più o meno tecnologici ed economici. Tra le soluzioni via via più diffuse c’è il cosiddetto raffrescamento a pavimento. Vediamo di cosa si stratta e, soprattutto, se è compatibile con il parquet.

Cos’è il raffrescamento a pavimento?

I tubi di un sistema radiante di raffrescamento, prima di essere “annegati” nel massetto

Il raffrescamento (talvolta definito raffreddamento a pavimento) è un sistema di climatizzazione molto simile al riscaldamento a pavimento. La differenza è che, invece di riscaldare, appunto, raffredda l’ambiente.

Funziona attraverso l’acqua fredda che circola in una serie di tubi sotto al pavimento, “annegati” nel massetto. In questo modo la superficie si raffredda, abbassando la temperatura dell’intero ambiente.
Come? La fisica ci spiega che un corpo caldo cede sempre calore a un corpo freddo. Sfruttando questo principio, la temperatura più bassa del pavimento assorbe il calore dall’aria, raffrescando l’ambiente.
Solitamente si impiega il medesimo sistema radiante sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.

Pro e contro del raffrescamento a pavimento

Una luminosa stanza senza mobili con pavimento in parquet e tende alle finestre

I pro:

  • un consumo energetico molto contenuto rispetto ai climatizzatori;
  • l’assenza di fastidiose correnti d’aria;
  • una temperatura più uniforme in tutte le zone della casa;
  • non occupa spazio e non rovina l’estetica delle stanze.

Tra i contro:

  • è un sistema piuttosto lento: può impiegare diverse ore per abbassare adeguatamente la temperatura di un ambiente;
  • può dare problemi di condensa;
  • può essere necessario un deumidificatore per evitare problemi di umidità e rimuovere quella in eccesso;
  • ha un costo iniziale elevato.

Si può usare il raffrescamento a pavimento con il parquet?

Dettaglio dei piedi scalzi di una donna che cammina su un pavimento in parquet

Il parquet è un materiale naturale, sensibile alle variazioni di temperatura e umidità. È dunque lecito domandarsi se possa essere compatibile con un sistema di raffrescamento a pavimento.
Tra i potenziali rischi che occorre tenere presenti ci sono:

  • la condensa: può accumularsi sulla superficie del parquet, danneggiandolo e causando deformazioni e rigonfiamenti. Per questo è necessario non impostare una temperatura troppo bassa e far uso di adeguati sistemi di deumidificazione;
  • gli sbalzi termici e l’umidità possono far dilatare e contrarre il legno, compromettendone la stabilità.

Scegliendo le essenze e le tipologie giuste di parquet, oltre a una corretta posa, si possono però ridurre al minimo tali rischi.

Che tipo di parquet usare con il raffrescamento a pavimento?

Una ragazza a piedi scalzi sul parquet, seduta su dei cuscini accanto a un laptop, guarda fuori da una grande finestra

Per quanto concerne la tipologia, meglio optare per un parquet prefinito, piuttosto che per uno il legno massello. Il motivo? Il multistrato che sostiene il legno nobile lo rende meno soggetto alle dilatazioni termiche.

Riguardo alla posa, è preferibile quella incollata rispetto a quella flottante, dato che assicura un contatto migliore tra il legno e il sistema di raffreddamento, permettendo una distribuzione più uniforme del freddo e riducendo il rischio di deformazioni.

Infine, le essenze: il classico rovere va benissimo, assicurando ottima stabilità e grande resistenza alla variazioni di temperatura e umidità. Altre essenze consigliate sono quelle più adatte ai locali umidi come il bagno, quindi teak, doussié, iroko, ma anche il noce nazionale.
È comunque sempre preferibile farsi suggerire la soluzione più adatta da un posatore esperto.

Piccolo salotto in una luminosa mansarda con pareti bianche e pavimento in parquet