Parquet da esterno in legno bruciato: cos’è lo Yakisugi
L’antica arte giapponese dello Yakisugi è una tecnica per il trattamento del legno attraverso la carbonizzazione della sua superficie mediante il fuoco. Si tratta di un processo che, oltre a conferire al legno un aspetto unico e originale, lo rende resistente alle intemperie, agli insetti e a batteri e muffe.
Riscoperto di recente grazie dagli architetti contemporanei, può essere impiegato in molti modi, dalle facciate ai rivestimenti, fino ai pavimenti. Come parquet, è utilizzato prevalentemente all’esterno.
Indice
Il processo di Yakisugi: una sinfonia tra fuoco e legno
Il termine Yakisugi deriva dalla combinazione delle parole giapponesi sugi (“cipresso”, più precisamente la specie Cryptomeria japonica) e yaki (“carbonizzato”). Viene chiamata così la pratica (conosciuta in occidente anche come Shou Sugi Ban), di carbonizzare in maniera più o meno intensa la superficie del legno con una fiamma. Dopodiché, con dell’acqua fredda, si attua uno shock termico che blocca la carbonizzazione.
Tale processo crea uno strato protettivo che preserva il legno da umidità, sole e parassiti. Questo perché il fuoco brucia la cellulosa degli strati superficiali del legno, che è quella che assorbe umidità e attira gli insetti. Si crea quindi una sorta di “schermo” che protegge la lignina sottostante.
Le tavole risultanti non solo diventano durevoli, resistenti ed idrorepellenti, ma acquisiscono anche proprietà isolanti e fonoassorbenti. A tutto questo si aggiunge anche una maggiore resistenza al fuoco (ma, al contrario di quanto a volte viene reclamizzato, lo Yakisugi non rende il legno ingnifugo!).
Successivamente, il legno può essere spazzolato per rimuovere i residui della carbonizzazione e i frammenti superficiali che si sono distaccati.
Dal periodo Edo a oggi: la storia dello Yakisugi
Lo Yakisugi affonda le sue radici nel Giappone del periodo Edo, che va dal 1603 al 1868. Durante quest’epoca, Tokyo (all’epoca chiamata appunto Edo) era una delle città più popolose al mondo, e gran parte delle strutture veniva costruita in legno a causa della mancanza di risorse per edifici in pietra.
Una dei problemi principali era la frequenza degli incendi. Bruciando la superficie del legno, come già accennato, si creava uno strato protettivo che rendeva il materiale più resistente al fuoco, alla putrefazione e agli insetti.
Nel corso del XX secolo, lo Yakisugi ha conosciuto un periodo di declino, a causa dell’introduzione di nuovi materiali da costruzione e dell’accessibilità a opzioni più convenienti. Tuttavia, negli anni ’70, questa antica pratica ha conosciuto una rinascita, principalmente a causa della sua bassa impronta ambientale e dei costi relativamente contenuti.
Architetti e designer giapponesi hanno riscoperto lo Yakisugi, portando questa tecnica tradizionale nel contesto moderno. L’attenzione al design sostenibile e l’apprezzamento per la bellezza unica di questo legno carbonizzato hanno contribuito a una rinascita dello Yakisugi nella cultura contemporanea.
Negli ultimi decenni, ha attraversato i confini giapponesi, guadagnando sempre più popolarità a livello globale.
Usi e applicazioni dello Yakisugi: dalle facciate al parquet
Le tavole trattate con lo Yakisugi sono ampiamente adoperate come rivestimenti esterni degli edifici. Opportunamente trattato (in modo tale da non rilasciare odore di bruciato), il legno è impiegato anche per gli interni, sia come rivestimento che come pavimentazione. Oltre che per la resistenza e per la necessità di pochissima manutenzione, è particolarmente apprezzato per le sue caratteristiche estetiche e tattili. Le venature del legno, infatti, vengono esaltate e assumono texture uniche, capaci di riflettere la luce in modo particolarmente affascinante.
L’uso più diffuso, come pavimento, è pero all’esterno, dove lo Yakisugi offre caratteristiche di resistenza difficilmente raggiungibili da altri parquet.
Sebbene, tecnicamente, il termine Yakisugi sia da utilizzare unicamente per il legno di Cryptomeria japonica, il nome è stato allargato alla tecnica in generale, che si può usare con svariate essenze.
Il trattamento ideale — come generalmente si fa per il decking (la gamma Solid ha un prodotto apposito: SoliDeck) — è quello a olio.