LO STRANO LAVORO DEL CUSTODE DI UN’ISOLA DESERTA: L’ESPERIENZA DI SILVANO NERO
Oggi con Passi di Natura vi raccontiamo di un lavoro molto particolare, quello di custode di un’isola deserta
Chi di noi non ha mai sognato di mollare tutto e di trasferirsi su un’isola tropicale? E se qualcuno vi offrisse vitto e alloggio? È quello che è successo a Silvano Nero, un ragazzo di Cantello, comune del varesotto, che è partito alla volta dell’Australia, dove ha trovato lavoro come custode di un’isola.
È il 2013 quando Silvano si imbarca su un volo per Perth con in tasca un visto di lavoro australiano. In cerca di occupazione, Silvano si imbatte nel curioso annuncio di David Glasheen. L’uomo era alla ricerca di qualcuno che, in cambio di vitto e alloggio, si occupasse dei suoi cani e fosse in grado di svolgere alcuni lavoretti sulla sua isola privata: Restoration Island. Silvano non si è lasciato sfuggire questa occasione e ha risposto alla richiesta di Glasheen, ottenendo così il lavoro come guardiano dell’isola.
Chi è David Glasheen, il non più solitario abitante dell’isola
Alla fine degli anni ’80, Glasheen era un multimilionario che aveva creato la sua ricchezza grazie a una società che estraeva oro in Papua Nuova Guinea. Il lunedì nero del 1987 arrivò però a mandare in fumo gran parte della sua ricchezza nel giro di qualche ora. Qualche anno dopo, Glasheen venne a sapere che Restoration Island era in affitto, decise quindi di stabilirsi sull’isola, costruire un piccolo rifugio e vivere di quello che offre la natura.
Nonostante il look da anacoreta, Glasheen è in contatto con il resto del mondo grazie a una connessione a internet e ogni giorno si informa leggendo articoli e notizie dal suo tablet.
Dove si trova Restoration Island e come ci si arriva
Per adempiere al suo lavoro di custode dell’isola, Silvano ha dovuto raggiungere la punta nord-orientale dell’Australia, a poche centinaia di km dalla Papua Nuova Guinea. L’isola dista soltanto 400 metri dalla terraferma, ma occorre percorrere 40 km per arrivare al primo centro abitato, Lockhart River, che ospita circa 500 persone.
Durante la stagione delle piogge, cioè da ottobre a marzo, Lockhart River è raggiungibile solo per via aerea perché le strade sterrate che portano al piccolo villaggio sono spesso chiuse a causa di frequenti allagamenti.
Da Lockhart River occorre poi raggiungere il punto di costa più vicino all’isola, e da qui procedere in barca.
Il lavoro di custode di un’isola
Silvano ha raccontato la sua giornata di lavoro tipo, vissuta in perfetta armonia con la natura e secondo i tempi da essa dettati.
La sveglia al mattino la dà il sole e, dopo aver fatto colazione, Silvano si dedica alla pesca. Pescare a Restoration Island significa venire in contatto con un’infinità varietà di pesci, spesso a istruirlo riguardo alle specie ittiche migliori da mangiare sono i pescatori aborigeni, che si fermano da lui per un saluto.
Le ore più calde del pomeriggio sono invece dedicate alla lettura o alla produzione di birra fatta in casa che Glasheen usa come merce di scambio.
È soltanto all’imbrunire che Silvano si dedica a tagliare l’erba, alla cura dell’orto e a tenere pulita la spiaggia. La sera è invece votata alla cucina, o meglio a cercare di rendere più o meno commestibili i pochi ingredienti a disposizione.
Uno stile di vita ecologico
Ritrovarsi catapultati su un’isola deserta significa dover ripensare la realtà e la quotidianità, adattarsi all’ambiente e ridefinire le priorità.
Gestire le risorse a disposizione è la sfida più dura che Silvano ha dovuto affrontare. L’isola non è raggiunta da un acquedotto, l’acqua dolce arriva esclusivamente dalla pioggia e viene utilizzata per bere, cucinare e lavarsi. Diventa quindi indispensabile fare attenzione a non sprecarla, perché durante la stagione secca non piove per 6 lunghi mesi. La necessità di gestire in maniera responsabile una risorsa così importante come l’acqua, ha portato Silvano a riflettere su come i Paesi occidentali considerino questo elemento inesauribile, senza considerare quanto lo spreco dell’acqua vada a incidere sulla vita di ognuno di noi e del pianeta.
Ma vivere e lavorare su un’isola senza avere a disposizione nessuna delle comodità del mondo “civile” non significa solo privazione, vuol dire riappropriarsi della propria vita e del proprio tempo.
Per Silvano quindi , il lavoro di custode di un’isola non è solo servito ad arricchirlo dal punto di vista professionale, ma anche umano. Ha imparato che la natura trova sempre il modo per far sentire bene accetta ogni sua creatura,ma gli esseri umani sono spesso troppo affannati a combattere contro di essa per accorgersene.