Il parquet sulle barche
Chi non è un “lupo di mare” forse non lo sa, ma sulle cosiddette imbarcazioni da diporto — dalle più semplici barche a vela agli yacht, passando per i motoscafi superlusso — si usano le medesime essenze di legno che si adoperano sulla terraferma per il decking, cioè il parquet da esterno. L’unica differenza sono i trattamenti. In coperta, e soprattutto sul ponte, il mare così come il sole e il sale mettono infatti a dura prova un materiale pur strepitoso come il legno. Andiamo quindi a scoprire il parquet sulle barche per capire cosa si utilizza, e come.
Indice
Il legno e il mare
Per via della sua struttura, delle sue caratteristiche e della facile reperibilità, fin dalla notte dei tempi il legno è stato uno dei primi materiali che l’homo sapiens ha usato per muoversi sull’acqua. Sono stati trovati reperti preistorici di imbarcazioni monòssili (ovvero costituite da un solo, grosso tronco di albero, scavato e sagomato), che si presuppone siano i primi esempi di barche. Non troppo dissimili, in effetti, dalle moderne piroghe, basate sullo stesso principio e utilizzate sia per la pesca che per il tempo libero.
Quello tra uomo, legno e mare, dunque, è un rapporto che si consuma fin dagli albori della civiltà, e ha attraversato epoche, culture ed evoluzioni tecniche.
Il legno sulle barche nei tempi moderni
Oggi il legno viene sostituito o affiancato da altri materiali: vetroresina, alluminio, acciaio e plastiche ad alta tecnologia. Nella costruzione dei natanti, tuttavia, si tende ancora, quando possibile, a prediligere il legno. Questo perché è più facile riparare, ha una lunga durata nel tempo, non si corrode e non arruginisce, e ovviamente è ecosostenibile. Non da ultimo, innalza il livello dell’imbarcazione, conferendo ad essa un valore maggiore.
In ambito nautico il legno si può usare sia per gli elementi strutturali che per quelli più estetici e decorativi. A seconda dell’uso, si prediligono legni dolci o legni duri. Alcune parti, ad esempio, possono essere realizzate in abete bianco o rosso, altre in frassino, oppure in iroko, mogano, quercia o teak.
Parquet sulle barche: che legno si usa?
Il legno, su un’imbarcazione, può essere impiegato tanto per il ponte che “sotto coperta”. In entrambi i casi si usano essenze capaci di resistere bene all’umidità, alla salsedine, al sole, agli sbalzi termici e agli urti, e che regali comfort e stabilità.
Come parquet, nel settore nautico, di solito si usa il teak. Si tratta di un legno molto robusto, capace di affrontare anche situazioni estreme. Tende a non fessurarsi e a non torcersi, è ricco di oli che lo rendono impermeabile e piacevole al tatto, e con il tempo assume un bel colore grigio. Per via del costo e della sapienza artigiana necessaria a installarlo, il valore del natante ne viene immediatamente elevato.
Di teak esistono varie tipologie. C’è quello indonesiano, che resiste a funghi e parassiti e ha un colore bruno dorato. C’è il teak Burma, naturalmente antiscivolo e molto pregiato, al punto che la pianta è a rischio di estinzione. E c’è quello filippino, ideale per ambienti molto umidi.
Se si cerca una soluzione più economica, invece, si può optare per l’iroko, che ha molte caratteristiche simile al teak ma tende a scurire con il passare del tempo ed è più soggetto alle fessurazioni.
La manutenzione del parquet sulle barche
Trattandosi di un ambiente completamente diverso rispetto alla terraferma, esistono prodotti specifici. Girando tra forum e siti specializzati si nota come ci siano molte scuole di pensiero riguardo alle finiture (a vernice, a olio o a cera) ma più o meno tutti concordano su una cosa: la pulizia del parquet, sui natanti, va fatta con detergenti neutri, meglio se appositamente formulati per il legno. Quindi, sì, il nostro SolidClean si può portare anche in barca. È a base acquosa, esente da sostanze nocive e rimuove lo sporco senza danneggiare le superfici — sia in casa che in mezzo al mare!