Il parquet in legno fossile
Molto raro, affascinante dal punto di vista estetico e ancor di più da quello storico, il parquet in legno fossile è un prodotto di lusso. Finora molto di nicchia, comincia a essere sempre più richiesto, ma in commercio non è così facile da trovare.
Indice
Cos’è il legno fossile
Per legno fossile — quando parliamo di parquet o di manufatti in genere — si intende in realtà un legno che ha appena iniziato il processo di fossilizzazione. Esso deriva da alberi conservatisi per secoli o addirittura millenni in ambienti privi di ossigeno. Si reperiscono principalmente nelle paludi e nelle torbiere. Senza ossigeno, il legno inizia appunto a fossilizzarsi, e i metalli presenti nell’acqua si legano ai tannini del legno, conferendo particolari colorazioni, sempre differenti, che possono arrivare fino al nero.
Nel corso del lungo processo, il materiale si indurisce e in certi casi assume una durezza tale da rendere necessario l’uso di strumenti speciali per poter essere lavorato.
Viene anche definito legno di palude oppure morta (quest’ultimo termine viene impiegato soprattutto nell’ambito della fabbricazione delle pipe).
Si utilizza per arredi, gioielli, pezzi di design, oltre alle succitate pipe. In quercia di palude fu costruito il trono di Pietro il Grande di Russia e il medesimo materiale si ritrova in alcuni antichi palazzi veneziani.
Da diversi anni è molto richiesto anche il parquet, per via della lunga storia che ogni asse di legno di questo tipo si porta dietro.
Da quali alberi si ricava il legno fossile
Generalmente i più comuni sono quelli diffusi in zone paludose e nelle torbiere. Dunque rovere, olmo, tasso, pino, frassino e cipresso di palude, ma potenzialmente si può ricavare da qualsiasi albero.
Essendo relativamente pochi i luoghi in cui trovare piante in questo stato, il legno di palude è — come già accennato all’inizio — piuttosto raro, e dunque costoso, anche per via delle complesse operazioni di recupero.
L’essenza più diffusa per il parquet è il rovere, ma si trovano anche olmo e frassino.
Che tipo di parquet si ottiene
Sicuramente ogni parquet in legno fossile è unico nel suo genere. Ogni centimetro quadrato di superficie racconta storie millenarie (quella dell’albero d’origine più quella del lento processo di fossilizzazione).
Le particolari condizioni che danno vita a questo materiale, inoltre, rendono il legno molto resistente a praticamente qualsiasi tipo di agente esterno: acqua, umidità, parassiti e muffe. Inoltre è praticamente ignifugo.
La finitura e la manutenzione del parquet in legno fossile
Vista la delicatezza e l’unicità, la finitura a olio è sicuramente da preferire rispetto a quella a vernice.
Servono oli di alta qualità, capaci di mantenere e valorizzare la naturale bellezza di questo legno speciale, come SolidOil, un idro-olio prodotto da Renner Italia nella sua linea di prodotti per parquet Solid.
Si tratta di un prodotto a effetto naturale altamente opaco. Ha un contenuto di solventi molto ridotto ed è privo di sostanze dannose per il legno, per l’ambiente e per l’uomo. Si applica facilmente e, quando occorre, si ripristina passando semplicemente una o più mani. Protegge il legno da calpestio, usura e macchie.
Per quanto riguarda la manutenzione, basterà una pulizia quotidiana con scopa o panno morbido. Per eventuali macchie, meglio usare un detergente naturale specifico per parquet, come SolidClean.