Il miglior pavimento per la danza? Il parquet
Dal palcoscenico del teatro alla balera di provincia. Dalla disciplina ferrea delle scuole di danza ai locali di danzón cubano. Dagli spettacoli di tip-tap alle evoluzioni della break dance. Quando si pensa alla danza possono venire in mente mille stili e accompagnamenti musicali, e con essi abbigliamenti specifici e apposite scarpe da ballo. Ma c’è un elemento che è praticamente onnipresente (anche nei celebri dipinti delle ballerine di Degas): la superficie su cui ballare, cioè il parquet, il miglior pavimento per la danza.
Indice
La storia del parquet nella danza
Se il ballo ha accompagnato l’umanità fin dai primordi — anche a livello religioso e rituale prima che espressivo e artistico — i principi di quella che noi oggi chiamiamo “danza classica” risalgono al ‘600.
La prima accademia di danza nacque in Francia nel 1661. A fondarla fu niente meno che re Luigi XIV, il celebre Re Sole. Grande appassionato di ballo nonché ballerino egli stesso, diede vita alla Académie royale de danse. Fu lì che vennero codificate le regole del balletto, conosciute ancora oggi come tecnica accademica (ecco perché gran parte dei passi ha nomi francesi).
Nelle scuole il parquet diventò il pavimento preferito dai maestri di danza soprattutto a partire dall’800, ma già all’epoca del Re Sole, iniziando dalla Reggia di Versailles, le superfici delle sale da ballo dei grandi palazzi nobiliari cominciarono a essere in legno.
Oggi molte scuole di danza sono caratterizzate dal medesimo assetto: parquet, grandi specchi che permettono di controllare i propri movimenti, sbarra per allenarsi.
Esistono anche superfici di altri materiali — soprattutto PVC — ma non è la stessa cosa. Un curioso aneddoto riguarda il ballerino e coreografo francese Benjamin Millepied (nomen homen, è il caso di dirlo!). Quando venne designato direttore del Balletto dell’Opéra di Parigi, nel 2013, fece cambiare i pavimenti delle sale di prova chiedendoli dei parquet.
Il parquet e la danza
Il parquet nelle sale da ballo, o nelle palestre, non ha uno scopo puramente estetico. Come per il basket, infatti, sono necessarie caratteristiche fisiche e meccaniche (oltre che “emozionali”) che solo il legno può offrire, e che permettono ai ballerini di avere molti vantaggi pratici e funzionali rispetto a ciò che si può ottenere su altre superfici:
- il legno non frena il piede del ballerino durante la performance o l’allenamento, garantendo un attrito adeguato, che dà modo di non scivolare ma abbastanza fluidità di movimento;
- grazie alla sua elasticità e flessibilità assorbe gli urti e abbassa notevolmente il rischio di lesioni e incidenti, sempre in agguato per via degli intensi allenamenti e delle performance;
- la “morbida solidità” del legno trasmette una sensazione di sicurezza. Al tatto viene percepito come materiale naturale, affidabile e confortevole;
- il parquet attutisce i rumori e permette quindi ai danzatori di concentrarsi meglio sul gesto artistico (senza disturbare troppo chi, eventualmente, abita al piano di sotto!);
- essendo una superficie viva, il legno trasmette e amplifica l’emozione espressa dal movimento della danza.
I tipi di legno e di posa adatti per i parquet da ballo
Normalmente sono parquet composti da pannelli multistrato.
Si usano essenze come la betulla, il rovere o l’abete. Si possono usare sia listelli corti che tavole anche molto lunghe (fino a 5 metri). La posa flottante viene preferita perché permette una maggiore elasticità e capacità di attutire i colpi.
Per le piste da ballo posizionate all’esterno occorrono essenze che resistano bene a sbalzi di temperatura e agli agenti atmosferici. Si adoperano dunque legno come il teak o il bambù.