I tacchi sono i peggiori nemici del parquet?
Parquet e tacchi a spillo. Un binomio che — a giudicare dalle domande che vengono regolarmente rivolte ai posatori, oppure postate sui forum da chi ha in programma o ha appena fatto installare un pavimento in legno — suscita tanta curiosità quanto terrore. Si può? Non si può? Ci sono legni che sopportano meglio? Finiture magiche? O davvero i tacchi sono i peggiori nemici del parquet?
Parliamo di tacchi
Per quanto possa sembrare strano, perlomeno per i canoni odierni, nell’antichità i tacchi furono indossati inizialmente dagli uomini. Le prime testimonianze parlano di cavalieri che, nei primi secoli dopo Cristo, li usavano per agganciare meglio il piede alle staffe. Solo successivamente il tacco è diventato un accessorio femminile da sfoggiare con un bell’abito. Non solo le donne li portavano, ma anche i nobiluomini.
La vera rivoluzione c’è stata nei primi del ‘900, col tacco a spillo — o stiletto (chiamato così perché lungo e sottile come un pugnale). Nonostante le scarpe con il tacco a spillo siano scomode e poco pratiche, le donne continuano usarle, seguendo i dettami della moda e usandoli per slanciare la propria figura.
Parliamo di fisica
È un esempio che usano spesso gli insegnanti per spiegare il concetto di pressione: se prendi un qualsiasi elefante, di qualche tonnellata di peso, la pressione che ciascuna zampa esercita sulla superficie sarà inferiore a quella esercitata da una scarpa col tacco a spillo indossata da una donna di 50 kg.
Meglio quindi far entrare in casa elefanti piuttosto che donne sui tacchi? Non saremo certo noi a giudicarlo, ma una persona su stiletto che cammina sopra un parquet causerà quasi certamente dei danni.
Le ammaccature, però, possono capitare anche con i mobili e soprattutto con le sedie, con e senza ruote girevoli. E i graffi, quelli possono farli anche gli animali domestici.
Quindi la risposta alla domanda è ni. I tacchi sono nemici del parquet ma non è detto che siano i peggiori in assoluto.
Le possibili soluzioni
Uno stratagemma, che non risolve del tutto il problema ma che può comunque limitarlo, è usare dei tappeti nelle zone più critiche (un tema di cui abbiamo già parlato, con qualche consiglio).
Il primo e fondamentale fattore, tuttavia, è la scelta del legname. Ogni tipologia risponde infatti in modo diverso alla sollecitazioni quindi è importante affidarsi a posatori esperti, che sappiano consigliare i legni più adatti: i più duri — come l’Iroko, il Doussié, il Wengé o il rovere — sono quelli che si prestano meglio.
Bisogna poi ragionare sulla finitura, così da proteggere bene la superficie e poterla ripristinare nel miglior modo possibile.
In questo caso le opzioni sono due: puntare sugli oli o sulle vernici.
La via dell’olio
Gli oli per parquet della linea Solid di Renner Italia possono essere una soluzione ottimale. SolidOil è il prodotto perfetto per proteggere il proprio pavimento in legno, pensato offrire un livello di resistenza superiore ai trattamenti a olio disponibili sul mercato, e contiene inoltre dei filtri UV che evitano il caratteristico ingiallimento causato dall’esposizione alla luce solare.
Scegliere un olio invece della vernice, significa optare per una manutenzione più costante nel tempo. L’olio, infatti, non ricopre ma impregna il legno, valorizzandone la struttura e lasciandolo respirare.
La via della vernice
Più duratura rispetto all’olio, la vernice a base d’acqua — nelle varianti SolidZero, SolidNature, SolidClassic e SolidCrystal, ciascuna adatta a un diverso tipo di parquet e di effetto desiderato — ricopre la superficie con una sottile pellicola protettiva trasparente, che protegge dai danni ed è facilmente lavabile.
Ecco qualche consiglio per verniciare il parquet.
Ma è meglio senza tacchi
Per dormire sonni più tranquilli, comunque, la politica migliore da adottare è quella di togliere le scarpe per evitare segni e fastidiose rigature che potrebbero portare a levigature del pavimento più ravvicinate nel tempo, e soprattutto avere la sensibilità di coccolare il proprio pavimento cercando di proteggerlo e “ascoltarlo”, utilizzando i prodotti migliori per renderlo più resistente all’usura e al calpestio.