I 6 fattori che incidono sul prezzo del parquet
Ci sono molti elementi differenti che possono andare a influire sul prezzo finale di un pavimento in legno. Va anche detto che non sempre il legno più costoso o più esotico si traduce immediatamente nel “parquet più bello”. A giocare un ruolo fondamentale nella scelta, oltre alla disponibilità economica, sono il gusto estetico, lo stile che si vuole dare alla propria abitazione, nonché il tipo di parquet più indicato al luogo e all’uso che se ne deve fare. Per questo bisogna ragionare con attenzione, puntando sempre alla qualità. Per saperne di più, e conoscere quali sono i fattori che incidono sul prezzo del parquet abbiamo chiesto la consulenza del nostro maggior esperto. È Andrea Ori, product manager della linea Solid di Renner Italia.
Indice
Il tipo di essenza
Uno dei primi fattori che influenza il prezzo è il tipo di legno che si desidera posare. È quella che viene detta essenza. Ne esistono tantissime, con caratteristiche estetiche e peculiarità tecniche diverse. Possono arrivare da tutto il mondo e avere lavorazioni più o meno complesse. Per citarne qualcuna: il rovere, il noce, il ciliegio, il frassino, il faggio. Oppure il teak, il mogano, l’afrormosia, il doussié.
Se in passato la scelta di un legno piuttosto che un altro poteva avere un grande peso nel calcolo finale della spesa, al giorno d’oggi la forbice tra i più costosi e i meno costosi si è ridotta. «Tutti i legni per pavimento sono regolamentati e gli abbattimenti di alberi arrivano da luoghi dove la deforestazione è controllata. Esistono regole per le quali, quando viene abbattuta una porzione di bosco o di foresta, questa viene reintegrata. I prezzi di base quindi sono allineati, non si trovano più variazioni abissali» spiega Ori.
La classe d’aspetto
Oltre al tipo di legno esistono altre caratteristiche, di tipo estetico, che possono far variare il prezzo, come per esempio la maggiore o minore presenza di elementi come venature, nodi, crepe e fiammate.
Le normative europee hanno stabilito dei parametri ben precisi per le differenti tipologie di pavimentazioni in legno e hanno redatto una classificazione.
Ci sono tre simboli:
- cerchio: viene considerata la scelta estetica di fascia più alta. Sono listoni che non presentano alburno, hanno nodi sani e di piccole dimensioni, ci sono specchiature e leggere variazioni di colore, ma non sono presenti le setolature e l’inclusione di corteccia;
- triangolo: in questi legni ci sono fiammate, nodi sani fino a un massimo di 8/10mm (la misura varia in base al tipo di parquet: massello o multistrato) e nodi marci inferiori o uguali a 2/5mm. Le setolature possono essere di piccole dimensioni e sono accettate variazioni nel colore;
- quadrato è considerata la classe estetica inferiore e più economica. Tutte le caratteristiche che non erano ammesse nel cerchio e nel triangolo in questo caso sono accettate.
Si deve chiarire però che non sempre la scelta più costosa è per forza la migliore. «La particolarità del legno» dice infatti Ori, «è quella di raccontare una storia e donare calore e personalità alla stanza, quindi le imperfezioni (nodi, fiammate, variazioni di colore, ecc.) non sempre devono essere considerate dei difetti. Anzi, a volte sono proprio il valore aggiunto».
Quindi, a prescindere dalla classe d’aspetto, è importante scegliere un prodotto che riesca a regalare emozioni. Un esempio su tutti: l’ulivo. Nonostante sia caratterizzato da moltissimi nodi e grandi variazioni di colore e di dimensione tra una tavola e l’altra, a livello commerciale negli ultimi anni è una delle essenze più apprezzate. E lo è proprio per via delle imperfezioni, che lo rendono in qualche modo più “vero” e naturale.
La provenienza e la reperibilità sono due dei fattori che incidono sul prezzo del parquet
Attualmente — ci ha illustrato Ori — è proprio questo il punto che influisce maggiormente sul prezzo. Più un legno è raro e difficile da trovare, più il costo aumenterà. In Europa, per esempio, sta andando molto in voga il recupero di vecchie pavimentazioni da case molto antiche o fienili situati soprattutto nella parte orientale del continente, quindi Romania, Albania, Ucraina…
«Sono tavole invecchiate per decine e decine di anni, molto robuste, che vengono portate in Slovenia o Polonia, dove vengono tagliati dei fogli di legno che poi sono applicati al prefinito. Qui si giustifica una differenza di costo tra un parquet “normale” e uno di recupero che ha magari 100 anni, caratteristiche estetiche uniche e una quantità molto ridotta di materiale a disposizione».
La dimensione dei listelli
È un altro fattore che incide significativamente sul prezzo. Questo perché più la tavola è grande e più l’albero da cui proviene è vecchio. «Un legno che proviene da una pianta di 30 anni» specifica Ori, «è per forza più costoso di quello di una pianta di appena 3 anni, da cui si possono ricavare dei listelli più piccoli».
Anche in questo caso, però, le piccole dimensioni non si traducono per forza in un parquet peggiore. Sono molto richiesti parquet con tavole a larghezza mista, che hanno costi più bassi ma rendono il pavimento molto dinamico e piacevole a livello estetico.
Lo spessore del legno nobile
«Il modo di posare il parquet è molto cambiato rispetto a 30/40 anni fa» racconta Ori. «Un tempo si prendeva una pianta, si segavano delle sezioni e le si lasciavano stagionare. Poi si tagliavano le assi, che venivano levigate, verniciate e infine posate a terra. Ci si è però resi conto che il legno, essendo un materiale vivo, con l’umidità e le variazioni temperatura si imbarcava, si piegava, si spostava. Con l’avanzare della tecnologia si è trovata la soluzione: un supporto che riuscisse a contrastare l’effetto deformante e che controbilanciasse i naturali movimenti del legno. Per questo nasce il parquet prefinito: uno strato superficiale di legno nobile (quello che si vede) e uno strato di legno di supporto».
La variazione di prezzo in un parquet prefinito è, in sostanza, data soprattutto dallo spessore di questo legno nobile: il minimo previsto è di 2,5 mm, ma la media è di circa 4 mm. Anche lo strato di legno sottostante, però, influisce. Infatti se il primo è più spesso, di conseguenza anche il secondo lo sarà, quindi il prezzo aumenterà.
Grazie al prefinito si possono avere anche tavole di grandi dimensioni, con un spessore di legno nobile di 4 mm, senza toccare prezzi esorbitanti.
Per quanto riguarda invece il massello — composto solo dalla parte nobile — i listelli saranno piccoli e incollati, col rischio di muoversi, imbarcarsi e deformarsi col tempo.
La finitura è uno dei fattori che incidono sul prezzo del parquet
Chi decide di installare un buon parquet vuole che questo si mantenga a lungo e nella maniera migliore possibile. E qui entrano in gioco le finiture. «Su questo punto» avverte Ori, «è bene non scendere a compromessi. Solo un buon prodotto può allungare — anche di molti anni — la vita di un pavimento in legno».
In questo ambito la linea Solid di Renner Italia non teme rivali, con una gamma composta da oli e vernici che offrono durevolezza, resistenza al calpestio e soprattutto grande attenzione all’ambiente e alla salute delle persone che useranno il parquet.
Ci sono le vernici (SolidZero, SolidNature, SolidClassic, SolidCrystal), che sono a base acquosa resistenti all’usura, elastiche e dotate di filtri UV che preservano a lungo il legno dall’invecchiamento e dai cambiamenti cromatici causati dall’esposizione ai raggi solari. Si possono scegliere tra effetti opachi e più o meno brillanti, a seconda dei gusti.
Per quanto riguarda gli oli, invece, SolidOil, SolidOilNature e SolidOilLux sono formulati a base di oli-uretanizzati, particolarmente resistenti all’usura e nettamente superiori ai convenzionali trattamenti a olio o a cera disponibili sul mercato. Tutti quanti hanno i filtri UV e c’è anche un olio pensato appositamente per il parquet da esterno: SoliDeck.