Cos’è il sashimono, l’arte giapponese degli incastri lignei
C’è un video uscito pochi mesi fa in cui un carpentiere giapponese, Dylan Iwakuni, demolisce con cura una casa costruita in stile tradizionale un secolo prima. L’intento è smontarla pezzo per pezzo per poi restaurarla e rimetterla assieme in un altro luogo. La fase di smontaggio è stata filmata perché l’abitazione presenta qualcosa che qui in occidente non siamo abituati a vedere spesso: gli incastri lignei tra i vari elementi, che permettono di creare strutture complesse senza usare né colla né chiodi. Il filmato è affascinante, ma lo è ancora di più l’arte millenaria — detta sashimono — che c’è dietro a questa tecnica.
La storia del sashimono, il sistema di incastri in legno
L’origine della pratica giapponese di costruire senza colla né chiodi ha origini antiche che derivano da motivazioni sia pratiche che estetiche e filosofiche.
Essendo un paese ricco di foreste ma con poche risorse minerarie, il legno è sempre stato abbondante. Non altrettanto il metallo.
In un’area geografica ad altissimo rischio sismico, edificare strutture in legno, leggere ed elastiche, significa renderle resistenti, ben più di acciaio e calcestruzzo. Usando giunti in legno, la resilienza viene ulteriormente amplificata: un singolo giunto potrebbe eventualmente sganciarsi o rompersi ma senza compromettere la stabilità dell’intera struttura.
C’è poi l’approccio spirituale: nella religione shintoista, per cui il divino è in ogni cosa, con la natura si deve lavorare in armonia. Carpentieri e falegnami hanno quindi un religioso rispetto per la materia-legno, preferendo assecondarne le caratteristiche, le irregolarità, i difetti.
La cosiddetta arte del sashimono — cioè “cose unite” — pare sia nata tra il X e il XII secolo, quindi circa 1000 anni fa, quando dalla Cina venne importato il sistema di giunture poi sviluppato in Giappone in un complesso apparato di soluzioni: si stima che esistano più di 400 possibili incastri lignei, usati sia in palazzi, templi e abitazioni, così come negli arredi.
Tsugite e shiguchi, le due grandi famiglie di incastri
Anche se ogni singolo incastro ha il proprio nome, tutti quanti si possono raggruppare in due grandi famiglie:
- tsugite, quella delle giunzioni che vanno a comporre elementi rettilinei;
- shiguchi, è invece quella delle giunzioni tra elementi trasversali.
Oltre a resistere potenzialmente per secoli, gli incastri sono anche esteticamente belli (e sappiamo quanto sia importante l’estetica nella cultura giapponese, tuttavia mai fine a sé stessa, sempre unita alla funzionalità).
Permettono inoltre di poter eventualmente smontare un intero palazzo per poi ricomporlo altrove, oppure di riutilizzare ogni elemento senza che questo venga rovinato da colla e chiodi. Un esempio è il santuario di Ise, nell’omonima città giapponese: si tratta di un complesso di edifici religiosi che da secoli, per tradizione, ogni vent’anni vengono smantellati e ricostruiti identici, incarnando il ciclo di morte e rinascita che costituisce una delle basi dello shintoismo e del buddhismo.
C’è poi la questione dell’ecosostenibilità. Usando solo legno, l’impatto ambientale è sicuramente minore, e recentemente se ne sono accorti anche alcuni colossi del settore degli arredi, che hanno iniziato a proporre mobili componibili a incastro.
Alcune risorse per scoprire e approfondire l’arte del sashimono
C’è un account Twitter, @TheJoinery_jp dove si trovano oltre 100 tipologie di giunti lignei, ciascuno col proprio nome e mostrati attraverso semplici animazioni.
Il canale YouTube del succitato carpentiere Dylan Iwakuni è pieno di video interessanti. C’è anche un account Instagram.
Maria Larsson, Hironori Yoshida, Nobuyuki Umetani e Takeo Igarashi hanno recentemente sviluppato un software per progettare e fabbricare giunti in legno. Si chiama Tsugite, come la famiglia di incastri perpendicolari.