Il parquet in mansarda
Con o senza lucernari, con travi a vista o meno, le mansarde sono indubitabilmente tra gli spazi più affascinanti di un’abitazione. Se ne sta parlando molto, ultimamente, alla luce delle nuove disposizioni del cosiddetto decreto Salva Casa, che ha tra i punti centrali proprio l’abitabilità di mansarde e sottotetti. Oltre ad aumentare significativamente il valore di una proprietà, la trasformazione di una mansarda in uno spazio abitabile rappresenta sicuramente un’ottima occasione per la qualità della vita di chi abita l’immobile. E non c’è niente di meglio che un parquet in mansarda per valorizzare davvero questo tipo di ambiente.
Indice
Che differenza c’è tra sottotetto e mansarda?
Il sottotetto (chiamato anche soffitta) è il locale compreso tra il tetto e il soffitto dell’ultimo piano abitabile di un edificio. Ha spesso un’altezza ridotta ed è utilizzato come spazio di stoccaggio.
Talvolta si definisce piano mansardato, o mansarda, sebbene tecnicamente sia, appunto, un sottotetto.
A patto che sia agibile, un sottotetto non abitabile può essere impiegato, oltre che come ripostiglio, anche come spazio per hobby.
La mansarda, ricavata nel sottotetto, è invece abitabile. Ciò è dovuto a specifiche caratteristiche di altezza e adeguati livelli di aerazione e illuminazione. Le norme che regolano l’abitabilità sono sia nazionali che locali.
Il termine mansarda deriva dal francese mansarde, che a sua volta prende il nome da un architetto francese. Vissuto nel ‘600, François Mansart è spesso ritenuto colui che ha portato in auge la copertura “a mansarda”, appunto, che consente di ricavare un locale nel sottotetto o nell’attico di un edificio.
Si tratta di ambienti spesso intimi, architettonicamente interessanti, che possono potenzialmente ospitare una o più stanze, o addirittura interi appartamenti.
Cosa dice il decreto Salva Casa?
Per mesi molto discusso sia a livello politico che sociale, il decreto-legge 29 maggio 2024 — meglio conosciuto come decreto Salva Casa — è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 luglio ed è dunque diventato legge.
Il decreto mira a semplificare i regolamenti e le disposizioni in materia urbanistica ed edilizia, anche per far fronte a un fabbisogno abitativo che cresce costantemente e per evitare il consumo di suolo.
Tra i vari punti del decreto c’è una norma che consente di recuperare un sottotetto, convertendolo in mansarda abitatibile.
Il testo dice: «Al fine di incentivare l’ampliamento dell’offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo, il recupero dei sottotetti è comunque consentito, nei limiti e secondo le procedure previste dalla legge regionale, anche quando l’intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, a condizione che siano rispettati i limiti di distanza vigenti all’epoca della realizzazione dell’edificio, che non siano apportate modifiche, nella forma e nella superficie, all’area del sottotetto come delimitata dalle pareti perimetrali e che sia rispettata l’altezza massima dell’edificio assentita dal titolo che ha previsto la costruzione del medesimo. Resta fermo quanto previsto dalle leggi regionali più favorevoli».
In quest’ambito, l’altezza minima passa da 270 cm a 240 cm. Tale altezza minima, tuttavia, in alcuni casi era già stata regolamentata (ad altezze talvolta inferiori) dalle leggi regionali. Il decreto Salva Casa spiega che in tal caso valgono, appunto, le leggi della propria regione, se più favorevoli. Ad esempio in Sicilia l’altezza minima è di 2 metri, in Lazio 1,90, in Toscana 2,30, ecc.
Trattandosi di un decreto ancora “giovane”, è sempre meglio aspettare che i tecnici facciano i dovuti approfondimenti e diano le corrette interpretazioni delle norme. Dopodiché si potrà contattare un professionista di fiducia per valutare i margini di manovra su eventuali sottotetti da recuperare in mansarde abitabili.
Che pavimento mettere in mansarda?
Oltre ad aumentare significativamente il valore di una proprietà, una mansarda abitabile può essere ulteriormente valorizzata dall’arredamento e, ovviamente, da un pavimento in legno.
La scelta del parquet per una mansarda non ha soltanto un valore estetico. Il legno, infatti, offre un ottimo isolamento termico e acustico. Inoltre, rispetto ad altri materiali, grava relativamente poco sul solaio sottostante (in molti casi, infatti, sono sconsigliate piastrelle spesse o marmo).
Che parquet scegliere per una mansarda?
Le opzioni, ovviamente, sono moltissime, e dipendono da molti fattori: innanzitutto il gusto personale, e poi il budget a disposizione e le caratteristiche delle spazio.
In linea generale, tuttavia, si possono seguire alcuni consigli:
- se l’ambiente non è molto luminoso, sono preferibili parquet chiari;
- in caso di travi a vista — come abbiamo già avuto modo di spiegare — si tende ad abbinare l’essenza del parquet (o comunque il colore) a quella delle travi. In alcuni casi, però, si può giocare sul contrasto;
- a livello di tipologie di posa: dipende da forma, dimensioni e illuminazione dell’ambiente, oltre a ciò che si vuole valorizzare. Ad esempio le assi posate in orizzontale danno alla stanza un aspetto più largo; al contrario, in verticale la allungano;
- la funzionalità della stanza potrà dettare, in alcuni casi, il tipo di essenza da impiegare: ci sono infatti parquet più adatti al bagno o alla cucina.
Suggeriamo, comunque, di affidarsi sempre a un professionista, che saprà trovare le migliori soluzioni.