Cos’è la dendrocronologia? E che c’entra con il parquet?
Come ci insegnano fin da piccoli, su un tronco d’albero tagliato si possono osservare gli anelli di accrescimento, che servono a definire l’età della pianta. Quegli stessi anelli, su un manufatto in legno, possono aiutare a stabilirne età e storia. C’è una disciplina che studia tutto questo: si chiama dendrocronologia e può essere un prezioso alleato nel recupero e nel restauro dei parquet antichi, oltre che nello scoprire eventuali contraffazioni.
Indice
Cos’è la dendrocronologia?
Dendrocronologia è una parola composta da tre termini greci: déndron, “albero”, khrónos, “tempo” e lógos, cioè “studio, parola”. Letteralmente indica quindi lo “studio del tempo dell’albero”, anche se in realtà questo sistema scientifico si occupa di esaminare le correlazioni tra lo spessore degli anelli di accrescimento di alberi e l’andamento climatico stagionale.
Si tratta di una disciplina piuttosto recente, sviluppata agli inizi del ‘900 da un astronomo statunitense, Andrew Ellicott Douglass. Nel 1894, mentre lavorava presso l’osservatorio astronomico Lowell, in Arizona, Douglass iniziò a studiare alcune piante millenarie come le sequoie e gli abeti di Douglas (nonostante la somiglianza, il nome si deve a un botanico scozzese e non c’entra nulla con l’astronomo). Scoprì una correlazione tra gli anelli di accrescimento degli alberi e il cosiddetto ciclo undecennale dell’attività solare, cioè il periodo di undici anni durante il quale l’attività solare passa da bassa a intensa e si assiste all’aumento delle macchie solari.
Come sappiamo, durante l’inverno si forma un anello scuro e durante la primavera se ne forma uno chiaro. Ma che c’entrano le macchie solari? Proprio grazie allo spessore e alla disposizione degli anelli, Douglass si accorse che le fasi di maggior sviluppo della pianta si verificavano con una frequenza di undici anni, e che questa coincideva con l’attività solare. Ideò quindi un sistema di datazione basato sugli anelli.
Douglass fu anche il primo a insegnare dendrocronologia all’università, e nel 1937 fondò, presso l’Università dell’Arizona, il Laboratory of Tree-Ring Research, che esiste ancora oggi.
Come funziona la dendrocronologia?
Questa disciplina si basa essenzialmente su tre principi:
- negli ambienti caratterizzati da una marcata alternanza tra le stagioni estiva e invernale, gli alberi formano un nuovo strato di crescita ogni anno, chiaramente evidente nella sezione trasversale del loro tronco;
- alberi della stessa specie, presenti nella medesima regione geografica, sviluppano anelli annuali simili durante lo stesso intervallo temporale. Questo perché lo spessore di tali anelli varia annualmente in risposta alle condizioni climatiche prevalenti;
- è praticabile confrontare le sequenze annuali di crescita degli alberi che condividono la stessa area geografica e lo stesso periodo temporale, un processo noto come cross-dating.
Nell’analisi dendrocronologica, la prima fase prevede il campionamento di sezioni di legno. Ciò può essere fatto sia da alberi vivi che su manufatti antichi. Per ciascun albero, viene ricavata quella che viene chiamata curva dendrocronologica. Questa illustra l’evoluzione dello spessore degli anelli nel corso degli anni. Attraverso il confronto di tali sequenze con altre ottenute da legni antichi, è possibile risalire a centinaia o migliaia di anni.
A cosa serve la dendrocronologia?
Gli anelli di accrescimento degli alberi sono un vero e proprio archivio vivente della storia del pianeta. Oggi, grazie alla presenza di Carbonio-14, possiamo conoscere e misurare con una certa precisione oltre 1000 anni di attività della nostra stella: abbiamo inoltre scoperto che circa 14 mila anni fa si è verificata la più grande tempesta solare finora mai registrata.
Ma le piante possono fornirci molte altre informazioni e la dendrocronologia è utilissima in molti campi.
Per la ricerca sul clima, l’ambiente e la geologia
La dendrocronologia ci permette di conoscere i cicli climatici che hanno interessato la Terra, e molti altri eventi. Tra questi: l’attività vulcanica, i movimenti glaciali, i movimenti tettonici, le precipitazioni, gli andamenti idrologici, gli uragani e i grandi incendi.
Ricostruendo il passato, è possibile identificare dei “pattern” e fare previsioni sul futuro.
La disciplina sviluppata da Douglass è infatti uno degli strumenti più preziosi per gli scienziati che ormai da decenni ci avvertono del rischio, sempre più alto, di una catastrofe climatica.
C’è spesso chi si chiede, soprattutto tra gli scettici, «ma come fanno a sapere com’era il clima 3000 anni fa?». La risposta sta anche negli alberi, oltre che nei ghiacciai e nelle rocce.
In archeologia
Uno dei contributi principali della dendrocronologia è la possibilità di fornire datazioni assolute e precise per i manufatti lignei. Gli anelli annuali degli alberi possono essere utilizzati per stabilire l’anno in cui è stato abbattuto l’albero, consentendo la datazione specifica degli oggetti in legno trovati in contesti archeologici.
Inoltre può essere adoperata per conoscere i cambiamenti nelle pratiche culturali, come la gestione forestale, la costruzione di edifici e l’utilizzo del legno nei manufatti. Queste informazioni possono rivelare aspetti della storia umana e delle società passate.
Attraverso la dendrocronologia si può infine confrontare e correggere altre metodologie di datazione, così da ottenere una comprensione più accurata della cronologia degli eventi.
Per la storia dell’arte
Per quelle opere in legno o su legno, la dendrocronologia aiuta a stabilire con precisione l’anno di abbattimento dell’albero e quindi una datazione piuttosto certa dell’opera stessa. Può anche rivestire una fondamentale importanza nell’attribuzione dell’autore, per rendersi conto, ad esempio se ci si trova di fronte a lavori dello stesso artista.
Analizzando gli anelli annuali del legno utilizzato in un’opera d’arte, è possibile ottenere informazioni sulla crescita dell’albero, la sua provenienza geografica e le condizioni ambientali. Questi dati possono influenzare la comprensione delle tecniche artistiche adottate dall’artista e delle risorse disponibili al momento della creazione.
La datazione accurata, inoltre, può essere impiegata per valutare lo stato di conservazione di un’opera in legno e guidare le decisioni in merito a conservazione e restauro.
La dendrocronologia nel settore del parquet
Non c’è bisogno di scomodare per forza l’archeologia, però, quando si tratta di manufatti in legno. La dendrocronologia, difatti, può essere un utile alleata anche nel mondo del parquet.
Studiando gli anelli annuali del legno, è possibile identificare la provenienza geografica del legno utilizzato, scoprire la data approssimativa dell’abbattimento dell’albero e l’età che questo aveva quando è stato tagliato.
Ovviamente, in condizioni normali, non c’è bisogno di avere tutte queste informazioni, soprattutto se ci si affida a professionisti riconosciuti e a filiere certificate. Può però capitare di voler eventualmente documentare una frode, e allora la dendrocronologia diventa uno strumento molto efficace.
L’ambito in cui si fa maggior riferimento a questa disciplina, tuttavia, è quello del restauro di pavimenti antichi. Quando non esistono documenti che possano testimoniare la provenienza e l’età di un parquet, ecco che può entrare in campo la perizia dendrocronologica.
Va detto che non sempre è possibile attuarla: non tutte le essenze legnose sono adatte alle analisi e può capitare che gli elementi in legno non presentino abbastanza anelli per poter fare una ricerca del genere. Ad ogni modo, se le condizioni soddisfano i requisiti, la dendrocronologia è capace di fornire molte risposte. E non è strettamente necessario prelevare campioni rischiando di danneggiare il parquet: in alcuni casi si può procedere con rilievi fotografici.
In questo modo, come per i reperti archeologici, si è in grado di conoscere meglio la storia di un pavimento. E come nel caso delle opere d’arte (e un parquet antico, in effetti, lo è) si arriva a conoscere in dettaglio il materiale, così da poter operare i migliori interventi per ripararlo o conservarlo.