Cos’è la posa su sabbia del parquet?
Utilizzata più di un secolo fa, la posa su sabbia del parquet è stata recentemente riscoperta. Si tratta di una tecnica ancora molto di nicchia ma vale la pena capire in cosa consiste e quali possono essere i suoi vantaggi.
- La riscoperta della posa su sabbia del parquet
- La posa del parquet su sabbia al giorno d’oggi
- I pro di questa tecnica
- Le finiture più adatte alla posa su sabbia del parquet
La riscoperta della posa su sabbia del parquet
Nei primi del ‘900 era diffusa, in alcune zone d’Italia, la tecnica di sovrapporre un pavimento in legno sopra ad altre superfici, come ad esempio le piastrelle in ceramica o il cotto. Tale intervento si rendeva in alcuni casi necessario per via di irregolarità nel pavimento sottostante o per isolare meglio dall’umidità la superficie calpestata, al contempo riducendo al minimo i costi e i tempi di realizzazione per la nuova pavimentazione.
La posa consisteva nell’utilizzo di uno strato di sabbia asciutta, sopra al quale si disponeva un semplice strato di carta. Gli elementi in legno, infine, andavano a coprire il tutto. Si trattava di una tecnica “a secco”, che è poi andata via via scomparendo, diventando obsoleta con l’introduzione delle moderne tecniche di posa.
Negli ultimi anni, tuttavia, la posa su sabbia è stata recuperata (e aggiornata) da alcune aziende, riscuotendo un relativo successo soprattutto tra i potenziali clienti più interessati al mondo della bioedilizia. Tra i vantaggi di questo tipo di posa, infatti, c’è il fatto di non utilizzare colle, che possono contenere sostanze tossiche per l’ambiente e le persone.
La posa del parquet su sabbia al giorno d’oggi
Oggi la posa su sabbia si realizza con uno strato di sabbia (tra i 5 e 15 cm), nel quale passano gli eventuali impianti, andando dunque a sostituire il classico massetto. Sopra si installano poi gli impermeabilizzanti e la barriera al vapore. Infine si posa il parquet flottante.
Questa soluzione viene proposta soprattutto a chi ha intenzione di installare il riscaldamento a pavimento, dato che la sabbia conduce più uniformemente il calore.
Un altro ambito in cui la posa su sabbia può essere la scelta giusta è quando sono presenti solai con ridotto carico d’esercizio, come per esempio nel restauro di palazzi antichi.
Va detto, però, che non tutti i posatori e gli architetti sono d’accordo sugli effettivi vantaggi di questa tecnica rispetto ad altre più diffuse.
I pro di questa tecnica
- Costi ridotti.
- Tempi più brevi.
- Niente uso di colle.
- Minor peso al metro quadro e quindi carico ridotto sui solai.
- Conducibilità termica uniforme in caso di riscaldamento a pavimento.
- Buon isolamento acustico.
- Ottima stabilità.
- Rapidità di sostituzione degli elementi del parquet.
- Possibilità di intervenire facilmente e velocemente sugli impianti.
- Camminata morbida.
Tuttavia sono ancora poche le aziende e i posatori che conoscono e praticano questa tecnica e, come già detto, non c’è unanime consenso sui pregi della posa su sabbia.
Le finiture più adatte alla posa su sabbia del parquet
Viste le caratteristiche e la particolare attenzione alla questione dei materiali e del loro impatto ambientale, sicuramente la finitura più indicata al parquet posato su sabbia è quella a olio, che viene assorbita dal legno e lo protegge a lungo, con la possibilità di ripristinare integralmente (o solo localmente) la finitura ogni volta diventi necessario farlo (generalmente ogni sei mesi o più).
Tra i prodotti della gamma Solid di Renner Italia ci sono ci sono tre oli specifici per pavimenti in legno: SolidOil, a effetto opaco, SolidOilNature, che è sbiancante ed è pensato per parquet chiari, e SolidOilLux, a effetto semilucido.
Sono tutti quanti a base acquosa, esenti da sostanze dannose per l’ambiente e le persone e formulati con filtri UV che preservano a lungo il legno dall’ingrigimento causato dai raggi solari.