Riscoprire l’eleganza dei parquet del passato sui vecchi cataloghi
Il web offre risorse potenzialmente infinite, e spesso inaspettate. Tra queste, dei vecchi cataloghi di parquet che risalgono a oltre un secolo fa e che ci offrono una finestra affascinante sul mondo dell’interior design di un tempo passato. Queste preziose reliquie rappresentano un vero tesoro: mentre le tendenze di design vanno e vengono, le pagine ingiallite di questi libriccini sono una testimonianza della duratura bellezza e del fascino senza tempo dei pavimenti in legno.
Il vero elemento prezioso di questi documenti — che ci lasciano immergere in un periodo in cui il parquet era considerato il pavimento per eccellenza, simbolo di lusso — sta soprattutto nella loro capacità di offrire ispirazione per il design contemporaneo, sia che si tratti di riproporre fedelmente i disegni tradizionali oppure di darne una reinterpretazione creativa.
Indice
Lo stato dell’arte del parquet tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900
Se nel ‘700 il parquet era pressoché esclusiva dei lussuosi palazzi e delle ville della nobiltà e dell’alta borghesia, un secolo più tardi si poteva trovare — in versioni molto grezze, solitamente realizzate con legni teneri e poco durevoli — anche nelle abitazioni più umili, specialmente nell’Europa settentrionale e centrale, oltre che nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Nel XIX secolo era comunque ancora considerato un simbolo di prestigio. Nelle residenze delle classi più agiate venivano posate essenze pregiate e gli artigiani si sbizzarrivano con disegni intricati e intarsi.
C’era però chi la ricchezza preferiva “simularla”, acquistando solo dei bordi ben lavorati e lasciando grezzo tutto il resto del pavimento, coperto poi da tappeti, che potevano essere molto meno cari rispetto all’installazione di un intero parquet.
Con l’avvento del ‘900 iniziarono a diffondersi disegni più semplici, a partire dal cosiddetto “parquet all’inglese”, formato da grandi file di listoni. Anche la posa a spina di pesce era molto ricercata. Ma continuavano a essere in voga anche composizioni più complesse, caratterizzate dall’uso di diverse essenze e da intarsi.
Nei cataloghi dell’epoca se ne possono trovare esempi molto interessanti, da usare magari come fonte di ispirazione per la propria casa.
I cataloghi di parquet di fine ‘800 di un’industria americana
La Interior Hardwood Co. era un’azienda di Indianapolis specializzata nella produzione di pavimenti in legno. I suoi cataloghi — molto affascinanti anche dal punto di vista grafico — erano ricchissimi di opzioni.
Le essenze più adoperate erano rovere, mogano, noce, ciliegio e acero. Ma c’erano anche sicomoro, ebano, palissandro, betulla e amaranto. I diversi tipi di legno erano poi combinati per creare pregevoli disegni, soprattutto sui bordi.
Le finiture impiegate erano lacche e cere.
In qualche caso sono riportati anche i prezzi, che — fa sorridere — si aggiravano tra i 2$ e i 5$ per metro quadro.
Sul sito dell’Internet Archive se ne possono trovare diversi:
- Book of designs, ornamental parquet floors and borders (1892);
- Parquet floors and borders: design book (1895);
- Parquet floors and borders (1903);
- Fine hardwood floors (1911).
Il catalogo un’azienda svizzera di inizio ‘900
Fondata nel 1875, la Parquet-Fabrik Gebruder Wyrsch (cioè “fabbrica di parquet dei fratelli Wyrsch”) era di base a Zurigo, in Svizzera.
Sempre sull’Internet Archive si può sfogliare uno dei suoi cataloghi, pubblicato nel 1910 (tutte le immagini di questo articolo vengono da lì).
In questo caso le illustrazioni sono molto più dettagliate, ma non vengono citate né essenze né prezzi.