Il parquet in bubinga
Il termine essenza, in botanica, indica il legno prodotto da una ben precisa specie arborea o arbustiva. Di essenze ce ne sono quindi tantissime, e hanno le loro peculiari caratteristiche fisiche, meccaniche ed estetiche. Quando un legno viene utilizzato per un pavimento, è quindi importante conoscere tali caratteristiche, per capire per quali usi in quali ambienti si presta meglio. Stavolta andiamo a scoprire il parquet in bubinga, un’essenza esotica.
Indice
Da dove viene il parquet in bubinga
Il nome scientifico della pianta del bubinga è Guibourtia, genere che comprende 16 specie, la maggior parte delle quali di origine africana, più qualcuna di origine sudamericana. Fa parte della famiglia delle Fabaceae, come il doussié, il merbau, e il cabreuva incenso.
Il suo legno ha diversi nomi. A livello locale è conosciuto come waka (in Congo), ovang (in Camerun), oveng (in Guinea) e poi kiombe, lianu, luole e molti altri. A livello internazionale viene chiamato principalmente African rosewood. Questo perché assomiglia al palissandro (in inglese rosewood), del quale il bubinga era — nel periodo coloniale — un sostituto molto più economico.
La pianta raggiunge notevoli dimensioni, fino ai 30-60 metri, ha un fusto cilindrico (fino a 2 metri di diametro) e cresce molto lentamente. L’alburno è biancastro/rosato ed è inutilizzabile.
Il colore tende al rossiccio/bruno, al vinaccia, al rosato e al violaceo. Ha striature più scure, quasi nere e purpuree. Ha un aspetto brillante, molto decorativo e particolare per la sua grana irregolare e ondulata. È ricercato proprio per queste caratteristiche estetiche, e viene lavorato per ricavare sottili impiallacciature.
Come viene utilizzato il legno di bubinga
Questa specie legnosa è impiegata nella produzione di arredi, pavimenti, pannelli decorativi, intarsi ed elementi di architettura di interni. Si adopera anche per strumenti musicali di alta qualità, per impiallacciature e per i cruscotti delle auto di lusso.
Viene usato inoltre per fare traversine ferroviarie.
I pregi del parquet in bubinga
- Ha una elevata resistenza.
- È un legno con una buona durevolezza.
- A confronto con altri legni esotici come il doussié, l’afrormosia, e l’iroko, è più facile da lavorare, anche se presenta qualche difficoltà nella fase di taglio vista l’estrema durezza.
- Resiste agli attacchi di insetti e funghi.
- Ha caratteristiche estetiche che lo rendono unico, sia nel colore che nelle sfumature e i giochi delle venature.
- Regge bene viti e chiodi per l’installazione del parquet.
I difetti
- Non è particolarmente elastico.
- Ha un prezzo abbastanza elevato.
Qualche consiglio per far durare a lungo il proprio parquet in bubinga
Il parquet in bubinga dà il meglio di sé quando le venature e i colori risaltano, quindi è importante trattarlo con i prodotti giusti, che possano valorizzare queste caratteristiche. Sono dunque consigliate finiture lucide ed alta brillantezza.
Tra gli oli suggeriamo SolidOilLux della gamma Solid di Renner Italia. Un olio ad alta brillantezza, a ridottissimo contenuto di solventi e privo di sostanze problematiche per la salute delle persone e dell’ambiente. Formulato specificamente per il parquet, è anche costituito da speciali filtri UV che proteggono il colore naturale del legno dall’invecchiamento dovuto ai raggi solari.
Come vernici, invece, si può optare per SolidCrystal, a base acquosa ed estremamente resistente all’usura. Anche questo è un prodotto con pochissimi solventi e con filtri UV.
Per la manutenzione quotidiana, infine, sarà sufficiente una pulizia con scopa o aspirapolvere. Per rimuovere lo sporco, Solid propone un detergente neutro all’acqua specifico per pavimenti in legno, SolidClean, che si applica con un panno morbido imbevuto e si lascia asciugare senza il bisogno di risciacquare.