Il parquet in radica
Ciascuna essenza del legno ha le sue proprietà e caratteristiche, fisiche ed estetiche, che possono essere più o meno adatte in specifici ambienti e per particolari usi. Questa volta parliamo di un elemento molto particolare, che non rientra nel catalogo delle normali essenze legnose: la radica. Cosa si intende per radica? E com’è il parquet in radica?
Indice
Che cos’è la radica?
Il termine radica deriva, com’è facile immaginare, da radice. Non è però una denominazione scientifica bensì un nome commerciale utilizzato per indicare quello che è a tutti gli effetti un difetto.
La radica è infatti una massa di tessuto legnoso che ha una struttura anomala. Presenta macchie e venature irregolari, e le sue fibre sono contorte e aggrovigliate. Si trova solitamente presso le radici (da qui il nome) di alcune piante, ma può essere localizzata anche sul fusto.
Si forma a causa della partizione delle radici, ma più spesso l’origine è di natura esterna, dovuta alla reazione dei tessuti legnosi a particolari condizioni. Tra queste ci sono gli incendi o le ripetute potature, alle quali la pianta reagisce producendo un gran numero di gemme, che vanno a formare delle grosse escrescenze.
Pur trattandosi di un’imperfezione, per via delle sue qualità uniche di resistenza e di complessità dei disegni e delle marezzature — che possono ricordare quelle del marmo — la radica è considerata molto preziosa. Da secoli è usata soprattutto nella produzione di mobili di lusso e — per via della sua altissima resistenza al fuoco e al calore — di pipe.
Viene anche adoperata per bijoux, fibbie, bottoni, sculture e vasi. Nell’industria automobilistica è simbolo di prestigio per la decorazione degli interni delle auto più costose.
Da quali piante si ottiene la radica?
Le piante che più spesso presentano la formazione della radica sono il noce, l’acero, l’olmo, il frassino, l’ulivo, la betulla e il pioppo nero.
Quella usata per le pipe proviene generalmente da un arbusto, l’Erica arborea, comunemente chiamata radica oppure erba scopa o scopiglia, perché coi suoi rami, riuniti in fascine, si producevano appunto scope.
Nell’industria dei pavimenti in legno, invece, la più usata è quella di noce.
Nonostante fosse già utilizzata in passato, la radica venne “scoperta” molto tardi, solo a metà ‘800. Vi sono diverse versioni della storia, ma più o meno tutte indicano degli artigiani francesi come gli scopritori di questo materiale, che provarono a lavorare, sperimentandone usi e caratteristiche.
Come si lavora la radica?
Dai “globi” e dai blocchi di radica si estraggono dei fogli o delle tavole tagliando in senso orizzontale ed obliquo. Un tempo questa operazione veniva fatta a mano. I fogli erano in seguito messi al sole e poi bagnati prima di essere incollati sulle superfici dei mobili. Si tratta di un’operazione molto delicata e complessa, che presuppone una grande abilità artigianale.
Al giorno d’oggi si scelgono solo le protuberanze più esterne della pianta e vengono impiegati mezzi più tecnologici per tagliarle. Ora è addirittura possibile ottenere fogli spessi meno di un millimetro. Nonostante gli avanzamenti tecnici, tuttavia, il processo di lavorazione è ancora lungo e complesso, e questo giustifica gli alti costi di tale materiale.
Il parquet in radica
Come già accennato, quello a cui solitamente ci si riferisce quando si pensa al parquet in radica, è il parquet in radica di noce.
Su quest’albero la radica è pregiatissima, priva di alburno, e ha una colorazione bruno-grigia con venature scure, quasi nere.
È bene però ricordare che esistono anche radiche di altre essenze:
- frassino: può essere chiara o di un bruno pallido e giallognolo. Ha venature molto presenti e visibili ed è assai compatta e pesante;
- olmo: si presenta in vari colori, dal marrone scuro al rossastro. Tende a scurirsi con il tempo ed è molto resistente;
- ulivo: dura e pesante, con venature marcate e sfumature calde. Anche questa tende a scurirsi;
- pioppo: usata moltissima negli anni ’30 per i mobili. Il colore tende al chiaro, un giallo paglierino. Ha dei caratteristici “occhiolini” marroni chiari e scuri che creano un disegno sulla superficie;
- mirto: le tonalità vanno dal grigio al bruno chiaro, passando per il rossastro. È usata principalmente per manici e piccoli attrezzi.
I pregi del parquet in radica di noce
- Dura a lungo. Può essere levigato e quindi rinnovato nel tempo.
- È duro e molto compatto, resiste agli urti.
- La radica non viene attaccata dai tarli.
- È molto pregiato e aumenta il valore di un immobile.
I difetti del parquet in radica di noce
- Ha una lavorazione molto lunga e complessa, che lo rende un materiale molto costoso.
- Alcuni tipi di radica possono con il tempo cambiare colorazione e, ossidandosi, scurirsi leggermente.
Qualche consiglio per il trattamento e la manutenzione del parquet in radica
Per ciò che concerne la finitura, quella maggiormente consigliata è una vernice opaca a base acquosa, come la SolidZero delle gamma Solid di Renner Italia. Oltre all’effetto opaco è altamente protettiva, a ridottissimo uso di solventi e dotata di speciali filtri UV che rallentano sensibilmente il cambiamento di colore dovuto all’esposizione alla luce solare.
La manutenzione quotidiana, invece, va fatta in maniera molto semplice. Si utilizzerà una scopa o un panno leggermente umido (bando alla scopa a vapore). Per una regolare pulizia si può usare un prodotto specifico come SolidClean. È un detergente neutro a base acquosa che si può impiegare su ogni tipo di parquet senza danneggiare le superfici.