20 mete italiane dove assistere al foliage autunnale
Se in primavera la tavolozza della natura diventa multicolore, in autunno questa si tinge dei colori caldi delle foglie, che dal verde sfumano al giallo, poi all’arancio, al rosso e al marrone. È il cosiddetto foliage, termine inglese che deriva a sua volta dal francese, e che ormai abbiamo adottato anche qui in Italia, soprattutto a livello turistico, per promuovere quegli itinerari che portano in mezzo alla natura ad ammirare questa stagione piena di sorprese e ricca di fascino.
Da queste parti parliamo costantemente di parquet, ma di tanto in tanto è importante andare a vedere da dove vengono le essenze legnose che si utilizzano per i pavimenti. L’autunno è forse il momento migliore per visitare luoghi immersi nella natura e — perché no — imparare a riconosce le piante, con l’aiuto di una guida esperta, un manuale, o una di quelle app “miracolose” che possiamo scaricare sui nostri smartphone.
Ecco quindi 20 mete, una per regione d’Italia.
Buone passeggiate, dunque, e buon ritorno a casa, per un po’ di relax, magari proprio su un caldo parquet.
Indice
- Valle d’Aosta: il Lago Blu a Cervinia
- Piemonte: l’Oasi Zegna
- Liguria: il Parco dell’Antola
- Lombardia: le Torbiere del Sebino
- Trentino-Alto Adige: la Val di Fumo
- Veneto: l’altopiano del Cansiglio
- Friuli-Venezia Giulia: le cascate dell’Arzino, in Carnia
- Emilia-Romagna: il Lago Santo, nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano
- Toscana: le Foreste Casentinesi
- Umbria: la cascata delle Marmore
- Marche: il Canfaito
- Lazio: i Monti Simbruini
- Abruzzo: Pescasseroli, nel Parco Nazionale d’Abruzzo
- Molise: a Pizzone
- Campania: il Parco Regionale dei Monti Picentini
- Puglia: la Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano
- Basilicata: i laghi di Monticchio
- Calabria: il bosco Archifòro nel Parco naturale regionale delle Serre
- Sicilia: il Bosco della Ficuzza
- Sardegna: la La Foresta di Fiorentini a Bultei
Valle d’Aosta: il Lago Blu a Cervinia
Di origine morenica, il Lago Blu è uno dei gioielli di Cervinia, celeberrima località nel comune di Valtournenche, in Valle d’Aosta.
Il lago è chiamato così per il caratteristico colore delle sue acque, dovuto ad alcune specie di alghe presenti sul fondo e ai minerali che si trovano in acqua.
Situato a quasi 2000 m di altitudine, in autunno è circondato da una “corona rossa” di alberi.
Piemonte: l’Oasi Zegna
Negli anni ’30, l’imprenditore del tessile Ermenegildo Zegna realizzò molte opere a beneficio delle comunità e del paesaggio attorno al lanificio che dirigeva. Tra queste, diede il via alla gigantesca opera di rimboschimento di una grande area che abbraccia il territorio di quindici comuni nella provincia di Biella, facendo piantare più di 500 mila conifere. La cura di quei boschi è andata avanti anche dopo di lui, e nel 1993 è stata ufficialmente aperta l’Oasi Zegna.
Si tratta di un’enorme zona di oltre 100 kmq ad accesso libero, piena di faggi, conifere e altre specie arboree. È attraversata da decine di itinerari ed è un luogo frequentato soprattutto per trekking, escursioni in bicicletta, a cavallo e sugli sci.
L’autunno è la stagione migliore per godersi il posto.
Liguria: il Parco dell’Antola
Tra l’entroterra genovese e l’Appennino ligure, incuneato in mezzo alla Valle Scrivia e alla Val Trebbia, si trova il Parco naturale regionale dell’Antola. È un’area di quasi 5000 ettari dominata dai faggeti, che condividono il terreno con pioppi, ontani, querce, carpini, aceri e sorbi.
Nella stagione autunnale il paesaggio si dipinge di rosso, giallo e arancione, e camminare per i sentieri diventa come un’esperienza preziosa.
Lombardia: le Torbiere del Sebino
A poco più di un’ora di auto da Milano ci aspetta un panorama mozzafiato come quello offerto dalle Torbiere del Sebino in autunno.
Si tratta di una riserva naturale regionale che sorge in provincia di Brescia. Si estende su un’area di circa 350 ettari tra i comuni di Iseo, Provaglio d’Iseo e Corte Franca, non lontano dal Lago d’Iseo.
In passato vi si estraeva la torba, che una volta essiccata veniva impiegata come combustibile.
È una zona ricca di biodiversità, sia a livello vegetale che animale, e tra le mete preferite per i bird-watcher della zona.
Si può visitare attraverso sentieri che permettono di esplorare la riserva con calma, godendosi i meravigliosi spettacoli naturali che offre l’autunno.
Trentino-Alto Adige: la Val di Fumo
La Val di Fumo, parte superiore della Val di Daone, si arrampica sul massiccio dell’Adamello, in Trentino. Di origine glaciale, è una delle più affascinanti valli della zona. In autunno, oltre al meraviglioso paesaggio alpino, ci si può godere il foliage dei larici, che spiccano tra il verde delle conifere.
Veneto: l’altopiano del Cansiglio
Sulle Prealpi Bellunesi, a cavallo tra Veneto e Friuli, si estende l’altopiano del Cansiglio. La sua foresta di abeti rossi e faggi è la seconda in Italia per grandezza e copre oltre 7000 ettari di territorio, abitato da cervi e meta di escursionisti e sportivi (lì passa spesso il Giro d’Italia).
Friuli-Venezia Giulia: le cascate dell’Arzino, in Carnia
Per chi vuole ammirare scorci da fiaba, pieni di contrasti tra il verde vivo dei muschi, le trasparenze dell’acqua che si insinua tra le rocce e il giallo e il rosso delle foglie d’autunno, le cascate dell’Arzino, in Carnia, sono la meta ideale.
Siamo tra le province di Pordenone e Udine, all’ombra del massiccio del Verzegnis, dove sgorgano le acque che vanno ad alimentare il torrente Arzino, tra salti, cascate e pozze.
Emilia-Romagna: il Lago Santo, nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano
Situato nel piccolo borgo parmigiano di Corniglio, il Lago Santo fa parte del Parco Nazionale Tosco-Emiliano. Si trova a 1507 metri di altitudine, è di origine glaciale e con i suoi oltre 80 mila metri quadrati di grandezza è il più vasto della provincia e dell’Emilia-Romagna, oltre che il maggiore lago naturale di tutto l’Appennino settentrionale.
Le sue acque limpidissime sono circondate da una rigogliosa vegetazione di pini, abeti, faggi e betulle ed è una meta turistica, oltre che per gli appassionati del foliage, anche per chi ama le passeggiate nella natura e gli sport invernali.
Vengono regolarmente organizzate escursioni.
Toscana: le Foreste Casentinesi
Parte del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, che si estende tra le provincie di Arezzo, Firenze e Forlì-Cesena, le Foreste Casentinesi sono state segnalate qualche anno fa dal quotidiano inglese The Indipendent come una delle migliori mete al mondo per godersi il foliage.
È anche un’area ricca di storia, abitata già al tempo degli etruschi. Il legno degli alberi di quelle stesse foreste è stato impiegato, in passato, nei cantieri navali delle flotte di Pisa e Livorno e per la costruzione di alcune tra le meraviglie architettoniche della Toscana: una su tutte, la Cupola del Brunelleschi, a Firenze.
Ricche di faggi, abeti, frassini, olmi, aceri, tigli, castagni, querce e carpini, in autunno diventano una vera opera d’arte in cui immergersi.
In autunno il parco offre un ricco programma di attività, tra escursioni, degustazioni di prodotti tipici del territorio.
Umbria: la cascata delle Marmore
A pochi chilometri da Terni, la cascata della Marmore è la più alta cascata artificiale d’Europa. Con una storia che risale fino all’epoca dell’antica Roma, è uno straordinario esempio di connubio tra ingegneria e natura.
Il parco che circonda la cascata è percorso da diversi sentieri, che nella stagione autunnale raggiungono il picco di drammatica bellezza, tra acque impetuose e numerose specie arboree, ciascuna col proprio caratteristico foliage.
Da visitare a piedi o in bici.
Marche: la faggeta di Canfaito
Con i suoi faggi secolari, l’altopiano di Canfaito si trova nella Riserva Naturale Regionale Monte San Vicino e Monte Canfaito, in provincia di Macerata.
Il nome stesso, Canfaito, significa “campo di faggi” (dal latino campum faiutum). Vi sono piante monumentali, alcune delle quali superano probabilmente i 500 anni di età.
In autunno i colori del paesaggio si accendono del rosso, del giallo, dell’arancio e del marrone delle foglie.
Lazio: i Monti Simbruini
La catena dei Monti Simbruini svetta tra Lazio e Abruzzo. È un’area protetta ricca di faggete e vi sono alcune tra le più estese d’Europa.
Le più visitate si trovano sul Monte Autore e a Camposecco, e ogni autunno ospitano numerose escursioni di appassionati di foliage. Il tutto a meno di due ore d’auto da Roma.
Abruzzo: Pescasseroli, nel Parco Nazionale d’Abruzzo
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall UNESCO nel 2017. Al suo interno ci sono faggete che possono vantare alcuni dei faggi più antichi d’Europa. Una di esse si trova nei pressi di Pescasseroli, in provincia de L’Aquila, ed è meta di trekking ed escursioni fotografiche, soprattutto in autunno.
Molise: a Pizzone
Rimaniamo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, stavolta in territorio molisano. Qui, sulle montagne intorno al minuscolo borgo di Pizzone, in provincia d’Isernia, troviamo dei boschi di faggio che si possono esplorare lungo numerosi sentieri che conducono a laghi e cime, attraversando paesaggi dipinti dalla natura con i colori caldi dell’autunno.
Campania: il Parco Regionale dei Monti Picentini
Il Parco Regionale dei Monti Picentini si estende tra le province di Salerno e Avellino. Ospita boschi pieni di faggi, aceri, cerri, castagni e ontani, che d’autunno diventano una tavolozza cromatica da non perdere, visitabile attraverso numerosi itinerari. E c’è anche un gran bell’optional: il parco è a due passi dal mare.
Puglia: la Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano
Nonostante il nome, la Foresta Umbra non c’entra nulla con l’omonima regione. Il toponimo deriva infatti dal latino e significa “cupa, ombrosa”.
Si trova in Puglia, all’interno del Parco Nazionale del Gargano, dove occupa circa 15 mila ettari. Dal 2017 le sue faggete vetuste (le cosiddette “foreste vetuste” sono degli ecosistemi complessi formati da alberi antichi e grandi quantità di legno morto dove si sviluppano dei “micro-habitat”) sono state nominate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Alcune zone della foresta non si possono visitare perché sono aree di riproduzione delle specie animali selvatiche, ma all’annuale “miracolo del foliage” si può assistere in ogni angolo di questi fitti boschi.
Basilicata: i laghi di Monticchio
Il Monte Vulture un tempo era un vulcano. Ormai spento, sul suo cratere si sono formati due laghi, uno più grande e uno più piccolo, con le acque dai colori leggermente differenti. Sono i laghi di Monticchio. Fanno parte di una riserva naturale abitata da moltissime specie di flora e fauna, tra cui una rarissima farfalla, la Bramea di Harting.
D’autunno, le foglie degli alberi che si specchiano sulle acque sono uno spettacolo senza pari. E in certi momenti si possono anche ammirare da dentro il lago grande, con un piccolo tour in pedalò.
Calabria: il bosco Archifòro nel Parco naturale regionale delle Serre
Il bosco Archifòro occupa circa un quarto del territorio del Parco naturale regionale delle Serre, che a sua volta si estende tra le province di Catanzaro, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Un tempo il bosco era fonte di arbusti per le niviere, delle grandi buche che venivano scavate e riempite di neve che, pressata a piedi nudi e ricoperta da foglie e legna, si conservava fino all’estate e poi veniva venduta a chi produceva gelati e granite.
Il bosco Archifòro ospita abeti bianchi (vi si trova uno dei più grandi d’Europa) e faggi.
A lungo privo di percorsi tracciati, quindi difficile da esplorare per i non esperti, ora si può visitare attraverso un sentiero.
Sicilia: il Bosco della Ficuzza
A poco più di un’ora di auto da Palermo, il Bosco della Ficuzza è una riserva naturale ricca di alberi di leccio, quercia da sughero e castagno in un territorio impervio e roccioso, caratteristica che ha di fatto salvato il bosco dalle grandi opere di disboscamento operate in zona a inizio XIX secolo per far spazio ai terreni agricoli. Re Ferdinando I delle Due Sicilie vi stabilì la sua riserva di caccia.
Oggi si estende per oltre 7 mila ettari tra Corleone, Godrano, Marineo, Mezzojuso e Monreale, ed è l’area boschiva più grande di tutta la Sicilia occidentale, capace di ospitare più di tre quarti delle specie di fauna selvatica della regione. Tra stagni temporanei (i cosiddetti gorghi), faggete e sugherete, in autunno la riserva si colora e diventa ancora più incantevole.
Sardegna: la La Foresta di Fiorentini a Bultei
A Bultei, minuscolo comune in provincia di Sassari, nella zona centro-settentrionale dell’isola, si trova la foresta di Fiorentini. È uno dei più antichi “polmoni verdi” della Sardegna, e in autunno si colora di giallo, arancio, rosso e marrone con i suoi lecci, le sue querce da sughero e i suoi castagni secolari.
Si estende per circa 1500 ettari e nell’area si trovano anche dei nuraghi.